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Chiusura piccoli uffici postali, Pd: “Il Tar non basta”

di Redazione
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Maurizio Bizzarri, responsabile servizi pubblici locali, interviene sulla chiusura dei piccoli uffici postali:
“La discussione che ormai da anni coinvolge le comunità e le istituzioni sui servizi nei piccoli paesi è stata per troppo tempo monca, incompleta, senza soluzioni strutturali. Oggi è il tempo delle Poste, come è stato in passato il TPL, o le scuole e gli ambulatori. Il costante, apparentemente inesorabile spopolamento dei territori interni si avvita su se stesso e corrisponde ad un rapido decadimento del sistema dei servizi. L’assenza di servizi accelera i processi di inurbamento e accentua i disagi di ogni tipo delle periferie della provincia.
Il Partito Democratico ha ben presente le origini di questo fenomeno e le conseguenze complessive che provoca ai territori. In una provincia come quella di Grosseto, molto estesa e con poca popolazione, veder chiudere anche un solo ufficio postale di un paese è un vero dramma. Siamo chiamati ad un salto di qualità che unisca la ‘resistenza’ anche legale per mantenere i presidi periferici ad una capacità di risposta politica propositiva.
E’ evidente che gli uffici postali delle frazioni e dei paesi non posso essere giustificati dal punto di vista economico. Il problema, dunque, non è dell’impresa Poste Italiane che ha come compito quello di garantire una gestione economica del servizio. I conti delle aziende pubbliche devono essere in equilibrio, esempio di buona gestione, altrimenti tutti i discorsi sulla correttezza della spesa pubblica vanno a farsi benedire.
Il problema dei servizi non economici non è dunque solo dell’impresa Poste, ma deve essere collocato tra i servizi sociali dello Stato.
Se le poste ‘minori’ rappresentano un servizio sociale indispensabile ed essenziale, se garantire anche attraverso queste strutture il consolidamento di una popolazione nelle zone interne costituisce un presidio ambientale di interesse generale anche dei territori collinari e montani, se è vero tutto questo dobbiamo, politicamente, spostare il soggetto da coinvolgere.
Alla sanità, alle strade, agli autobus, alla polizia, è necessario aggiungere i servizi erogati dalle Poste. Ricollocando il problema nel sociale alla battaglia di breve termine ingaggiata utilizzando il Tribunale Amministrativo Toscano per scongiurare per adesso le chiusure, dobbiamo avere la responsabilità di aggiungere una guerra forte che affronti complessivamente la vita nella “periferia” del nostro Paese.
La provincia di Grosseto non può vivere senza l’entroterra, tutte le aree urbane e costiere sono nate grazie alle risorse umane, culturali e alla diversificazione ambientale garantita dal tessuto di borghi e villaggi, di villaggi rurali e di territori rurali.
L’impegno per il futuro delle nuove generazioni passa anche dal ripopolamento, dal rendere conveniente e non penalizzante andare a vivere in paese.
Il Partito Democratico di Grosseto proprio partendo dalla crisi determinata da Poste Italiane vuole aprire una discussione strategica con la Regione Toscana e con il Governo per attivare strumenti che, intervenendo sulle leve fiscali (riducendo le tasse), sugli incentivi al ripopolamento delle campagne e all’insediamento di imprese, sul rafforzamento della rete internet e sui servizi, favoriscano gli insediamenti di giovani e la permanenza nei paesi di chi è nato e vissuto in questi splendidi luoghi.

Il Partito Democratico è con i Sindaci e con i cittadini.”

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