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Chiusura Poste, intervento del sindaco Balocchi di Santa Fiora

di Redazione
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Intervento di Federico Balocchi, sindaco di Santa Fiora sulla chiusura di alcuni uffici postali:

“La decisione di Poste Italiane di contrapporsi alle comunità dei piccoli centri del nostro Paese chiudendo arbitrariamente le strutture che ancora operano a servizio delle fasce più deboli della popolazione, è gravissima. Gli uffici postali sono necessari e devono restare aperti. E’ un problema sociale che non può essere regolato da calcoli economici. La situazione che in questi giorni si sta delineando anche in provincia di Grosseto è paradossale: uffici che riaprono grazie alla sospensiva decisa dal Tar, altri chiusi perché Poste Italiane con varie scuse non applica a tutti la scelta del tribunale.

Poste Italiane segue una logica di impresa privata operando in un contesto di servizi pubblici e in regime di monopolio. Questo è il nodo da dirimere rapidamente. I termini, però, sono chiari: ai nostri paesi sono necessarie strutture di servizio ‘facili da usare’ dove pagare i bollettini, riscuotere la pensione e possibilmente avere altri servizi che oggi non eroga nessuno; la vita dei piccoli centri è determinata anche dal mantenimento di una minima ossatura strutturale. Partendo dalle necessità, dunque, si possono costruire le risposte.

Poste Italiane è già sul territorio e quali sono le soluzioni in sua assenza, qual è l’alternativa? I piccoli paesi come Santa Fiora hanno grandi territori, pochi abitanti, deboli infrastrutture viarie e per giunta pagano il digital divide. Parte del territorio comunale, infatti, è senza banda larga e senza segnale telefonico. Oggi le chiusure degli uffici postali sono veloci e internet è lento.

Non si può chiudere senza sostituire, altrimenti cadono anche tutti i ragionamenti sulla necessità del presidio idrogeologico del territorio, sulla salvaguardia della risorsa idrica, la valorizzazione del turismo interno, la conservazione delle produzioni tipiche spesso presenti lontano dai grandi agglomerati urbani. Il problema è dunque più ampio, e proprio per questo anche di Poste se ne devono occupare seriamente e rapidamente la Regione Toscana e il Governo.

Non si tratta, lo dico con chiarezza, di una difesa conservatrice di un modello organizzativo. Se quello di Poste Italiane è superato perché non più sostenibile lo si dica. I Comuni sono pronti ad agire autonomamente ed ‘inventare’ nuove forme di presidio che garantisca il mantenimento dei servizi essenziali.

La proposta avanzata dal sindaco di Montieri Verruzzi di promuovere l’avvio di un progetto pilota che si proponga di erogare quei servizi nelle zone in cui chi sarebbe preposto rinuncia a farlo è un’idea che condivido e ritengo possibile, ovviamente se Governo o Regione stanzieranno dei finanziamenti con questa finalità, per continuare a rendere possibile la scelta di vivere in parti importanti del nostro Paese.

Le Regioni e i Comuni interessati da ridimensionamenti e soppressioni di Poste Italiane possono far nascere sistemi nuovi, alternativi, superando questa guerra di resistenza costosa per la comunità. Il Governo deve esprimersi ed essere soggetto politicamente attivo anche su queste materie. Lo pretendo, e lo richiedo con forza.”

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