Nelle scorse settimane Lucia Cortecci, psicologa del centro “Psicologia e Mindfulness” di Grosseto, ci ha raccontato come affrontare la paura del contagio e la quotidianità a cui il Coronavirus ci ha costretti. In quest’ultimo appuntamento con i suoi consigli parliamo della necessità di confrontarci con i figli durante la quarantena.
Dottoressa, come dobbiamo spiegare ai bambini la situazione che stiamo vivendo?
“I bambini si adattano più facilmente degli adulti a qualsiasi situazione e cambiamento perché il loro riferimento fondamentale siamo noi genitori. Un genitore spaventato, impaurito, ansioso creerà figli agitati, impauriti. Viceversa uno stato di ‘ragionevole allerta’, attenzione, precauzione creerà bambini tranquilli. Affrontiamo con consapevolezza la situazione, pur non nascondendola, possiamo spiegare ai nostri bambini ciò che stiamo facendo a casa con parole semplici, riserviamo i sentimenti più negativi a momenti isolati, lontano da loro. Trascorriamo il tempo giocando e continuando a dare regole educative utili, l’educazione non è in ‘stand by’. È utile dare degli orari in cui i bambini possono usare tablet e computer e poi cercare di condividere il tempo insieme, anche in attività pratiche come sistemare casa e cucinare: la semplice proposta di fare una torta insieme ottiene consensi inaspettati, e può diventare un momento proficuo di divertimento insieme, di dialogo non conflittuale per i più grandi.”
E agli adolescenti?
“Per gli adolescenti accettare l’isolamento forzato è particolarmente difficile perché hanno bisogno dei contatti con i loro amici e sono in una fase di ribellione e criticità verso i genitori. Dunque è importante non spazientirsi e essere consapevoli che ‘è normale che si arrabbino o mettano il muso se non li fate uscire’ e poi solitamente un adolescente non si preoccupa di un pericolo immateriale, ma solo di uno concreto.”