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“Capitano Ultimo” cittadino onorario di Castiglione della Pescaia: riconoscimento dal Consiglio comunale

di Redazione
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Castiglione della Pescaia (Grosseto). Consiglio comunale straordinario a Castiglione della Pescaia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Sergio De Caprio, conosciuto come “Capitano Ultimo“.

La cerimonia è stata celebrata nell’auditorium delle scuole medie di viale Kennedy nel giorno della commemorazione della strage di Capaci.

“Capitano Ultimo”

Uomo e carabiniere di altissimo valore civile e professionale, De Caprio si è distinto per avere condotto una vita al servizio degli ultimi, guadagnandosi ogni giorno l’appellativo di “Capitano Ultimo”, ignorando la fama che gli veniva dagli straordinari risultati investigativi raggiunti e proseguendo con umiltà e tenacia nel suo lavoro anche di fronte alle invidie e alle difficoltà frappostegli dai superiori.

Per Castiglione della Pescaia è un onore aver conferito a questo suo concittadino la cittadinanza onoraria, segno di stima e solidarietà per l’esempio mostrato ai giovani di impegno civile e solidarietà incondizionata ai soggetti svantaggiati.

Nato a Montevarchi nel 1961, Sergio De Caprio è cresciuto fino all’età di 15 anni a Castiglione della Pescaia, dove il padre, Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, ha comandato prima la stazione di Buriano e poi quella del capoluogo, per 12 anni. Formatosi alla Scuola militare della Nunziatella e poi all’Accademia militare di Modena, è entrato come ufficiale nell’Arma dei Carabinieri, prestando inizialmente servizio nella Compagnia di Bagheria.

Sin dal primo incarico si è distinto nell’attività di ricerca e cattura di latitanti appartenenti alla criminalità organizzata e responsabili dei più efferati crimini che hanno afflitto il Paese. Ha assicurato alla giustizia l’assassino del capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, i membri della famiglia mafiosa di Resuttana, che avevano infiltrato e corrotto l’amministrazione comunale milanese, e quelli del clan Fidanzati, attivi nello spaccio di stupefacenti. Dopo il servizio al Nucleo investigativo di via Moscova a Milano, entra nel Ros dove assume il comando della I sezione. In tale veste dopo mesi di ricerche, e grazie a una attività investigativa straordinaria sul campo a Palermo, riesce ad arrestare il boss Salvatore Riina, responsabile delle stragi del 1992, quella di Capaci, dove persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, e quella di Via D’Amelio, in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Dimessosi dal Ros, è passato nei ranghi del Nucleo operativo ecologico guidando le indagini nei confronti di Massimo Ciancimino per il riciclaggio connesso al traffico di rifiuti e poi su Finmeccanica per corruzione internazionale.

In parallelo alla sua militanza nell’Arma dei Carabinieri, ha aperto la casa famiglia “Volontari Capitano Ultimo” per il recupero e il reinserimento di minori disagiati.

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