Riceviamo e pubblichiamo una nota del sindaco di Gavorrano, Elisabetta Iacomelli, relativa alla commemorazione del 4 novembre:
“Oggi, è un giorno di festa per l’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, festività della Repubblica Italiana istituita in ricordo del 4 Novembre 1918 giorno della fine della prima guerra mondiale per L’Italia. L’unificazione territoriale, politica e istituzionale dell’Italia era stata interamente realizzata – si legge nella nota del Primo cittadino – . Il prezzo pagato era stato altissimo: oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte.
Furono i combattenti ed i reduci che con il sostegno delle comunità locali avviarono il culto della memoria dei caduti con la costruzione dei primi monumenti e l’apposizione di lapidi commemorative.
Il 4 novembre, nei giorni dedicati alle onoranze funebri in Italia come in tutta Europa, diventò così il giorno della commemorazione, della riconoscenza per il sacrificio dei propri figli.
Un sacrificio nel nome dell’unità nazionale che si è perpetrato anche in seguito, durante l’ occupazione nazifascista e la seconda guerra mondiale.
Un popolo quello italiano che ha conquistato a caro prezzo l’indipendenza, la libertà, la pace e proprio per questo ha gettato le basi del proprio vivere civile sui valori dell’uguaglianza, della solidarietà, di giustizia e dignità che hanno dato vita alla nostra Costituzione, quel documento ormai quasi settantenne che ancora oggi sancisce i diritti e i doveri per tutti i cittadini che sono sovrani nel proprio paese.
La stessa Costituzione Repubblicana sancisce un legame tra la Nazione e le sue Forze Armate impegnate nel territorio italiano a garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini e nelle missioni di pace all’estero. Oggi il pensiero deve andare anche ai tanti giovani militari che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro servizio a tutela della legge o assolvevano il proprio compito nelle missioni di pace.
Voi ragazzi attraverso la scuola avete l’opportunità di conoscere la storia del nostro Paese, il nostro passato che non è poi così lontano, i sacrifici umani che ci hanno permesso di guadagnare la libertà e la pace e che oggi ci permettono di vivere in democrazia e sicuri nel nostro territorio, in Italia, in Europa.
Apprezzate quanto vi è stato donato e coltivate quei valori che vi sono stati trasmessi, difendete ed esercitate quei diritti che sono stati conquistati per voi e affrontate responsabilmente i vostri doveri in famiglia, a scuola, nelle attività sportive, nel gioco … Impegnatevi a fondo – conclude – perché avete la responsabilità di portare nel futuro la grande eredità che vi è stata tramandata”.
