Dopo aver attraversato l’Europa per portare in cielo un raggio di luce in segno di pace tra i popoli, Paolo Goglio, camperista milanese, è giunto giovedì scorso in Toscana, dove ha incontrato Paolo il pescatore, coraggioso attivista che da anni combatte la pesca illegale che sta distruggendo i nostri mari.
Per tutelare le acque prospicienti la baia di Talamone, infatti, Paolo il pescatore ha inizialmente posato sul fondo del mare numerosi blocchi di cemento per impedire l’utilizzo illegale delle reti a strascico in prossimità della costa. Ogni notte, una flotta di oltre 2.000 imbarcazioni devasta i fondali marini in tutta Italia provocando danni irreparabili all’ambiente, anche in aree protette, oasi e parchi marini. Il suo esempio è risuonato in tutto il mondo e un imprenditore, titolare di una cava di marmo a Carrara, ha offerto 100 blocchi di marmo che il pescatore ha quindi fatto scolpire e modellare da artisti di fama mondiale. Le opere d’arte sono state infine posizionate in acqua, creando un museo sottomarino che ha il duplice scopo di contrastare la pesca illegale e di sensibilizzare su questa catastrofe ecologica, richiamando l’attenzione di turisti e organi di informazione da tutti i paesi.
Paolo il pescatore ha svolto infatti numerose attività per sensibilizzare l’opinione pubblica: ha creato una associazione, “La casa dei pesci”, per raccogliere fondi da destinare all’acquisto e posa in mare dei dissuasori in cemento e di altre opere in marmo, imbarca i turisti per ammirare le bellezze paesaggistiche e responsabilizzare ad un consumo consapevole, informa costantemente la guardia costiera e gli enti di sorveglianza sulla presenza di barche che praticano pesca illegale, segnalando coordinate e orario di rilevamento. Ma troppo spesso la sua battaglia si smarrisce nel nulla di fatto, tra i meandri della burocrazia e le numerose ostilità che deve affrontare.