Grosseto. Venerdì 24 maggio, alle 16, nell’aula magna della Fondazione Polo universitario grossetano in via Ginori 43, si terrà il convegno del ciclo “Incontri con le voci dell’archeologia”, dal titolo: “Gli scavi a Santa Marta (Cinigiano) nella media Valle dell’Ombrone tra età romana e medioevo”.
Relatori saranno Emanuele Vaccaro, professore associato di Archeologia classica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, e Benedetta Baleani, dottoranda in Archeologia del Mediterraneo antico all’Università di Buffalo (SUNY system) e co-direttore scientifico del progetto Santa Marta. L’evento è organizzato in collaborazione tra Fondazione Polo universitario grossetano, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena ed Associazione archeologica maremmana.
Il convegno
Il territorio comunale di Cinigiano, situato nella media valle dell’Ombrone, è oggetto di approfondite ricerche archeologiche sin dal 2006. Queste indagini, condotte su varie scale, hanno prodotto una vasta raccolta di dati sul popolamento durante le epoche romana, tardoantica e medievale. Fin dal suo riconoscimento nel 2007, il sito archeologico di Santa Marta, situato nell’area di Colle Massari, è emerso come il contesto più complesso e articolato del territorio comunale. Questo contributo si propone di presentare lo stato attuale delle ricerche su Santa Marta e le sue trasformazioni nel corso del tempo. Inizialmente identificato come una grande fattoria o villa rustica nel periodo della prima età imperiale, il sito ha subito un’evoluzione significativa fino a diventare una ricca mansio, frequentata fino alla metà del V secolo d.C.
Successivamente, il sito ha subito varie fasi di riutilizzo, culminando nella sua trasformazione in una chiesa nell’alto medioevo, costruita sui resti dell’insediamento romano e in uso continuativo fino al XVI secolo d.C. Questo studio approfondito delle vicende e delle trasformazioni di Santa Marta sarà analizzato nel contesto delle strutture socioinsediative ed economiche della media valle dell’Ombrone, offrendo così una visione complessiva di una micro-regione che sta contribuendo in modo significativo allo studio dei paesaggi rurali nella longue durée.