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Prezzo del latte ovino, Berardi: “Valorizzare filiera toscana e nazionale”

di Redazione
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Sono quattro le regioni italiane che realizzano la maggior produzione nazionale del latte ovino: Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana.

Per quanto riguarda il prezzo del latte ovino, la situazione in Toscana è di poco migliore rispetto alle altre regioni italiane (+5-10 cent al litro rispetto agli altri prezzi regionali), tanto che numerosi allevatori in questi giorni hanno annunciato manifestazioni, anche a Grosseto.

Solidarietà agli amici allevatori della Sardegna, della Toscana e di tutta Italia, che in queste ore hanno protestato a Nuoro, Roma, a Grosseto ed in altre cittadine italiane contro i bassi prezzi della materia prima – dichiara il senatore di Forza Italia Roberto Berardi, commentando le recenti manifestazioni dei pastori sardi e toscani -. Confidiamo che il Governo prenda in carico con urgenza il problema sollevato dalla protesta: il basso prezzo del latte alla stalla”.

Come ha affermato anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani – continua Berardi, è scandaloso che il latte costi meno dell’acqua, ma è ancor più inaccettabile che gli allevamenti di ovini e caprini negli ultimi 8-9 anni, in Toscana, si siano ridotti del 20% non solo a causa dei bassi prezzi, ma anche di altri fattori esogeni quali gli attacchi dei predatori“.

Quali soluzioni quindi? Il senatore azzurro Berardi, che nella sua Maremma con gli allevatori della filiera ovino caprina è a contatto quotidianamente, chiede di non sottovalutare l’ipotesi di un prezzo minimo del latte ovino, ma avverte: “Ciò non basta, dobbiamo compiere sforzi affinché gli allevatori vengano tutelati e difesi dagli attacchi dei predatori attraverso rimborsi dei danni indiretti e i caseifici vengano accompagnati verso la valorizzazione dei loro prodotti, dalla carne ai formaggi”.

I formaggi pecorini Dop infatti, come il pecorino Toscano, o il Pecorino delle Balze volterrane, seguono delle buone dinamiche di mercato (Germania, Belgio, Regno Unito, Finlandia +20% delle vendite tra il 2015 e 2017, fonte Ismea e Confcooperative), ma devono essere incoraggiati con finanziamenti più consistenti alla valorizzazione della commercializzazione verso mercati esteri; così deve essere anche per le altre produzioni casearie ovine nazionali, come il Pecorino sardo e romano. Confidiamo quindi che la filiera ovicaprina italiana sia sostenuta non soltanto con degli slogan, ma con fatti concreti“, conclude il senatore.

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