Abbiamo ricevuto dall’ufficio stampa di Ascom Confcommercio di Grosseto un comunicato, che pubblichiamo integralmente, in merito alla regolamentazione delle sagre ad Orbetello:
“Apprezziamo lo sforzo dell’amministrazione comunale di Orbetello di prevedere una regolamentazione precisa e incisiva del dilagante fenomeno delle sagre (specialmente) estive. Tuttavia, non possiamo non ritenere che lo scopo iniziale di “spalmare” le date su mesi dell’anno diversi sia stato al momento dimenticato.
Nei tavoli di concertazione dei mesi scorsi, Ascom ha ribadito la necessità stringente di mettere ordine in questo comparto che, lasciato a se stesso, diventerebbe – se già non lo è – un tentativo neppur troppo celato di costituire una vera e propria attività di ristorazione parallela a 360°.
In molteplici occasioni, Ascom ha chiesto di intervenire sui seguenti parametri:
1) limitazione dei giorni complessivi per questo genere di manifestazioni
2) inserimento nei menù di prodotti tipici, e quindi la valorizzazione di sagre autentiche, che possano realmente costituire il fiore all’occhiello di un territorio come il nostro
3) sanzioni per chi viola le norme in materia di diritto del lavoro, sicurezza sui luoghi di lavoro e HACCP
Da quello che vediamo, il primo requisito è stato disatteso: al momento siamo in presenza di 35 giorni di manifestazioni nel solo mese di agosto.
I ristoratori si trovano a fronteggiare la crisi peggiore degli ultimi decenni e, proprio nel mese che dovrebbe assicurar loro un buon livello di presenze turistiche, devono fare i conti con 35 giornate occupate dalle sagre, tra Fonteblanda, Albinia e Orbetello.
Se, come si dice, a settembre si procederà alla stesura definitiva del nuovo regolamento, deve essere chiaro che per Ascom il punto fondamentale resta quello della limitazione dei giorni complessivi per ciascuna manifestazione.
Il regolamento futuro dovrà puntare in questo caso a valorizzare le sagre autentiche, con la riduzione dei giorni (soprattutto in alta stagione) ed eliminare del tutto i tentativi di “ristorazione parallela” che sfuggono alle normative che, viceversa, sono rigidamente applicate nei confronti degli imprenditori di questo settore.”