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Educazione alimentare: le contadine-educatrici entrano nelle scuole contro il cibo spazzatura

Ecco l'iniziativa di Coldiretti

di Redazione
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Grosseto. Contadine-educatrici in sessanta classi delle scuole primarie e dell’infanzia della Maremma per mettere in guardia gli studenti sui rischi per la salute causati dal consumo, spesso inconsapevole, dei cibi ultra-formulati e di alimenti spazzatura come merendine, patatine, snack dolci e bevande gassate e ricche di zuccheri, proposte all’interno delle scuole anche dai distributori automatici.

Dispenser carichi di junk food che non sono proprio amici del nostro benessere: solo uno su tre propone succhi e bevande di frutta e frutta fresca. Nessuno, di quelli presenti all’interno delle scuole secondo una recente rilevazione, propone yogurt, latte o merende a base di verdure. La madre delle battaglie a difesa della salute dei nostri figli arriva direttamente tra i banchi delle scuole del territorio. A portarla nuovamente in classe sono le imprenditrici di Donne Coldiretti Grosseto impegnate proprio in queste settimane con lezioni in aula a supporto delle insegnanti e nell’accompagnare le scolaresche nelle loro aziende per far toccare loro con mano la vita rurale ed il ruolo delle terra, elemento indispensabile per la nostra sicurezza alimentare e per la nostra salute. Un migliaio i bambini che le contadine-educatrici incontreranno nella sola provincia di Grosseto.

“C’è ancora tanto lavoro da fare, molti ragazzi e ragazze da convincere a cambiare alimentazione. Tutti insieme dobbiamo scardinare una pericolosa tendenza che sta minacciando la vita e la salute dei nostri figli e delle nostre famiglie – spiega Marianna Dori, responsabile di Donne Coldiretti Grosseto -. Si rinnova il nostro impegno nelle scuole dove saremo presenti con tantissime attività e con tantissimi supporti anche audio-visivi per accompagnare gli studenti di tutte le età in questo straordinario viaggio nel mondo dell’agricoltura, dell’ambiente, della dieta mediterranea e della sana alimentazione. Tra le finalità, c’è quello di contrastare il cosiddetto cibo spazzatura che è una delle principali cause della condizione di sovrappeso di 1 bambino su 4, promuovendo contestualmente una genuina, variegata ed equilibrata alimentazione partendo stagionalità dei prodotti agricoli e dalla vita all’aria aperta. Acquistare una merendina o uno snack dolce piuttosto che una bibita gassata è una scelta, esattamente come quella di preferire un panino con il formaggio, uno snack di frutta o un succo di frutta senza zuccheri. La nostra missione è proprio questa: far sì che siano i bambini a chiedere ai loro genitori di far colazione o merenda con cibi naturali, sani e genuini perché più buoni e sani delle merende confezionate”.

Proprio le scuole devono diventare parte attiva nella concreta diffusione e promozione della dieta mediterranea, togliendo merendine e snack dai distributori. Un impegno che vede in prima fila Coldiretti con il progetto “Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare” che ha permesso di incontrare, negli ultimi due anni scolastici, quasi 40mila studenti.

“L’obiettivo – aggiunge Annamaria Gabbricci, vice presidente di Coldiretti Grosseto – è quello di formare dei consumatori consapevoli per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare così il consumo del cibo spazzatura che mette a rischio la salute e fa aumentare l’obesità, ma anche il fenomeno dello spreco, ponendone l’accento sugli alti costi etici ed economici. Da qui l’invito di stimolare gli studenti a privilegiare la vendita di prodotti naturali, di stagione e Made in Italy mettendoli nelle condizioni di acquistare frutta fresca, disidratata o spremute di origine nazionale senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa”.

Per informazioni: https://grosseto.coldiretti.it/, pagina ufficiale Facebook @cdGrosseto, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, YouTube “Coldiretti Toscana” e Telegram “coldirettitoscana”

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