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Etichetta d’origine su pelati e sughi, Coldiretti: “Consumatori soddisfatti”

di Redazione
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“L’etichetta d’origine per i derivati del pomodoro fa felice l’82% dei consumatori che considera importante conoscere l’origine delle materie prime usate in pelati, concentrati e sughi per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare“.

Così Andrea Renna, direttore provinciale di Coldiretti Grosseto, che aggiunge: “Sulla base della consultazione on line condotta dal Ministero delle politiche agricole, dopo la firma del decreto presentato dal Ministro Maurizio Martina, al Forum Coldiretti di Cernobbio, emerge una soddisfazione significativa dei cittadini-consumatori che deve essere evidenziata. Il provvedimento riguarda i derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro“.

“Il decreto – spiega ancora Rennaprevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;

b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE“.

L’obbligo dell’etichetta d’origine consentirà – conclude Renna di valorizzare il prodotto anche locale e ovviamente italiano più in generale in una filiera, quella dei derivati, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’export Made in Italy, con le vendite all’estero che hanno superato nel 2016 il valore di 1,5 miliardi di euro. Nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli che coltivano su circa 72.000 ettari, 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 10mila persone, con un valore della produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro. Un patrimonio che anche in provincia di Grosseto, nonostante la grave crisi degli anni passati e le poche certezze in termini di provenienza fino ad oggi, deve essere salvaguardato garantendo il rispetto dei tempi di contrattazione per consentire una adeguata pianificazione e una giusta remunerazione del prodotto agli agricoltori. Ma, dopo i derivati del pomodoro, purtroppo, resta ancora da etichettare con l’indicazione dell’origine 1/4 della spesa alimentare dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio“.

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