Home GrossetoAmbiente Grosseto Continua l’operazione mufloni all’Isola del Giglio: catturati e trasferiti in strutture 43 esemplari

Continua l’operazione mufloni all’Isola del Giglio: catturati e trasferiti in strutture 43 esemplari

di Redazione
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Oltre 2000 metri di reti, più di 500 giornate di campo/uomo, con uno sforzo intenso e costante, droni e radiocollari: sono queste le tecnologie, i numeri e le risorse messe in campo dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano che oggi fornisce un aggiornamento sullo stato di avanzamento del progetto sui mufloni che è stato condotto all’Isola del Giglio in piena attuazione dell’accordo sottoscritto il 30 novembre 2021 con le associazioni Lav e Wwf.

Dall’inizio del progetto ad oggi, rende noto l’Ente Parco, gli esemplari catturati sono 43, poi trasferiti nelle strutture segnalate da Lav, Wwf e Associazione Irriducibili Liberazione Animali: Cras di Semproniano, Oasi Dynamo di Pistoia (affiliata al Wwf Italia), Tenuta di Miemo di Pisa, Cras La Nostra Arca di Città di Castello, oltre che nella riserva naturale statale Marsiliana, gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica. Nel rispetto delle direttive impartite da Ispra, a breve inizieranno le sterilizzazioni dei capi catturati.

L’Ente Parco annuncia, inoltre, che proseguirà con le azioni di prelievo dei mufloni previste dal progetto, sempre secondo le indicazioni fornite da Ispra e coerentemente con l’obiettivo progettuale che prevede di azzerare la presenza dei mufloni al Giglio nell’ambito delle necessarie azioni per la tutela della biodiversità dell’isola, obbiettivo condiviso da Lav e Wwf nell’accordo citato.

Va evidenziato che le ultime operazioni di cattura dei mufloni all’Isola del Giglio hanno interessato una vasta area del territorio del Parco e hanno coinvolto i maggiori esperti del settore (Reparto Carabinieri Biodiversità di Tarvisio, Parco nazionale dello Stelvio, Dipartimento Scienze veterinarie dell’Università di Torino) in modo da ottenere la massima efficacia dei risultati.

Per il Giglio è stata messa in opera una tecnologia di cattura già collaudata in altri parchi italiani, particolarmente esperti in questo tipo di prelievo di ungulati.

I mufloni sono stati localizzati grazie ad alcuni esemplari muniti di radiocollare, che di fatto “segnalavano” la presenza del gruppo sul territorio, dove la fitta macchia mediterranea rende complessa la fase di definizione delle posizioni e degli spazi utilizzati. Successivamente sono state posizionate le reti di cattura in tre settori per un totale di oltre 2 chilometri di lunghezza. Gruppi di 20/30 battitori hanno pattugliato le aree per indirizzare gli esemplari nelle reti, per poi prelevarli, bendarli e collocarli in sicurezza nella casse e poi in piccoli recinti, tranquillizzati in attesa di essere trasferiti nelle aree di destinazione.

Il Parco nazionale arcipelago toscano, da alcuni anni inserito nel prestigioso circuito della Green List promossa e coordinata dalla Iucn, con il conforto di autorevoli scienziati ed esperti internazionali, nonché in ascolto di accreditate associazioni, sta dunque portando avanti un progetto importante per la tutela della biodiversità.

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