Martedì 15 settembre, alle 17.30, in piazza Pacciardi (ex piazza della Palma), a Grosseto, è in programma la chiusura della campagna referendaria per il ‘No’.
L’evento è organizzato dal Comitato provinciale per il ‘No’ di Grosseto e, in caso di maltempo, si svolgerà al circolo Arci Khorakhanè, in via Ugo Bassi 62.
Interverranno Francesca Chiavacci (presidente nazionale Arci), Francesco Baicchi (portavoce del coordinamento nazionale per il “No” ), Maurizio Brotini, della segreteria Cgil della Toscana.
“E’ una pubblica iniziativa per spiegare agli indecisi le ragioni del ‘No’ e per rafforzare le certezze di chi ha già deciso di esprimersi per il ‘No’ – spiegano in un comunicato gli organizzatori dell’evento -. Per eventuali gradite adesioni All’iniziativa provinciale sono invitati singole persone, le forze politiche/sindacali, le associazioni e i movimenti che intendono informarsi sulle ragioni del ‘NO’ e/o sostenere fattivamente il ‘No’ al referendum del 20/21 settembre e/o da qualificati oratori a livello nazionale I soggetti sopra indicati possono aderire formalmente alla iniziativa di chiusura della campagna referendaria telefonando alla segreteria. Si sono espressi per il ‘No’, tra gli atri, Anpi, Arci, Libera e il movimento delle Sardine“.
Per informazioni, è possibile contattare la segreteria ai numeri 33.2904087 e 392.9449031 (anche su Whatsapp) o consultare il link https://is.gd/9orGQc, al quale è possibile anche iscriversi all’evento.
“Ecco 10 motivi per votare ‘No’ al referendum costituzionale – termina il comunicato -. Tra i tantissimi motivi per opporsi ad una ‘riforma farlocca’ ne abbiamo elencati 10 nel nostro prospetto riassuntivo. Ulteriori valide ragioni per votare ‘No’ saranno spiegate dai 3 relatori presenti all’iniziativa.
Primo motivo: con il pretesto della riduzione della spesa pubblica del solo 0,007%, comprometterà la democrazia, il pluralismo, la rappresentanza.
Secondo motivo: l’Italia diventerebbe il Paese europeo con il minor numero di eletti per abitante nella Camera ‘bassa’.
Terzo motivo: in Italia ci sarebbero solo 0,7 deputati ogni 100mila abitanti, il rapporto più basso dell’intera Unione Europea.
Quarto motivo: la rappresentanza popolare ne uscirebbe drasticamente compromessa, con un divario enormemente accresciuto nel rapporto tra elettori ed eletti.
Quinto motivo: le regioni medio-piccole risulterebbero fortemente penalizzate dal punto di vista della rappresentanza, aumentando il divario territoriale.
Sesto motivo: i partiti minori risulterebbero fortemente penalizzati, quando non totalmente esclusi dalla rappresentanza politica.
Settimo motivo: ci troveremmo di fronte a una fortissima compressione del pluralismo politico in Parlamento e alla scomparsa anche del più elementare ‘diritto di tribuna’.
Ottavo motivo: la riforma non è stata accompagnata da misure tese a garantire l’equilibrio a tutela della rappresentanza, come la legge elettorale; la riduzione dei delegati regionali tra i grandi elettori per il Presidente della Repubblica; la modifica del bicameralismo perfetto.
Nono motivo: siamo di fronte a una sostanziale delegittimazione del principio rappresentativo.
Decimo motivo: si tratta di un progressivo svuotamento della democrazia politica a vantaggio di oligarchie sempre più ristrette“.