Una scuola di legalità per i richiedenti asilo di Grosseto contro abusivismo e caporalato, con corsi specifici tenuti da un esperto per non far cadere i migranti nella rete del lavoro nero. E ancora, open day delle strutture di accoglienza e rapporti sempre più stretti e diretti con la comunità che li ospita.
Due strade diverse, ma convergenti verso un unico obiettivo: l’integrazione.
Sono i percorsi scelti dalle due cooperative di Grosseto aderenti alla rete di Federsolidarietà Confcooperative Toscana.
Auxilium Vitae, cooperativa che ospita circa 100 migranti in 4 strutture nel grossetano, ha scelto di offrire ai ragazzi un corso tenuto da un avvocato per spiegare cosa è il mondo del lavoro e soprattutto cosa è il mercato del lavoro nero. Per tutto il 2016, i richiedenti asilo hanno studiato come si struttura un rapporto lavorativo, cosa è lecito e cosa no, i diritti e i doveri del lavoratore.
“Sono stati momenti di condivisione in cui si è spiegato cosa è un contratto, di che tipo farne e cosa è meglio evitare per non cadere nella rete dell’illegalità – dichiara la presidente della cooperativa, Sonia Palmieri -. I richiedenti asilo sono stati informati sui loro diritti e doveri e su come si porta avanti un progetto lavorativo fino in fondo. A breve attiveremo i corsi per il 2017, ma nel frattempo c’è sempre a disposizione un legale di fiducia che offre consulenza in caso di bisogno“.
La cooperativa “Solidarietà e Crescita” ha scelto di aprire le porte delle 5 strutture che gestisce nelle provincia di Grosseto non solo negli open day. Così sempre più spesso c’è chi va spontaneamente nei centri per offrire qualcosa e fare due chiacchiere. Sono nate amicizie e nuove abitudini che hanno arricchito le piccole comunità spesso abitate soprattutto da anziani: ci sono richiedenti asilo che si offrono di fare piccole commissioni, la spesa, tenere pulito il giardino o semplicemente fare un po’ di compagnia.
I migranti, circa 100, tra loro anche una famiglia con un bambino e 13 minori non accompagnati, sono seguiti 24 ore su 24 in un percorso che va oltre la semplice assistenza e accoglienza, ma che è fatto di relazioni, di formazione, di integrazione e poi di autonomia.
“Un lavoro lungo che procede a tappe, che parte dall’interno delle strutture e poi si allarga all’esterno, con il coinvolgimento della comunità locale – ha detto il presidente Alberto Brugi – La cooperativa accompagna i ragazzi passo dopo passo e i risultati sono poi ben evidenti nelle relazioni che si costruiscono con gli abitanti del posto. I migranti fanno volontariato, partecipano attivamente alla vita sociale del paese con feste e manifestazioni locali”.
Quando si conclude l’esperienza dell’accoglienza in struttura, la cooperativa “Solidarietà e Crescita” ha scelto di fare un ulteriore passo in avanti. “La Società della Salute ha aperto un ufficio informazione immigrati ed è stato attivato un corso di autoimprenditorialità dall’agenzia ‘Altra città’ – continua Brugi – La cooperativa poi aiuta i migranti a trovare casa e a gestire i soldi, fino a che non diventano autonomi e possono iniziare una nuova vita”.