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Sanità, il Pci: “Bloccati adeguamenti stipendi a medici e infermieri, Maremma ai margini”

di Redazione
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Il sistema sanitario toscano, sottoposto a tagli drastici da parte della Regione guidata dal Pd, sta producendo disastri ovunque e in modo particolare nella nostra provincia”.

A dichiararlo sono Marco Barzanti, segretario provinciale del Pci di Grosseto, e Luciano Fedeli, responsabile provinciale di welfare e sanità del partito.

“Da anni la riduzione degli investimenti ha prodotto sconvolgimenti per tutto il nostro territorio e l’introduzione dell’intensità di cura ha dato il colpo di grazia alla nostra già precaria situazione – spiegano Barzanti e Fedeli -. I nostri ospedali periferici, con la cura dei tagli, si stanno sempre più avvicinando a dei poliambulatori con macchinari diagnostici spesso inadeguati per poter sfoltire le liste di attesa. In tutto questo, i tagli praticati ci stanno facendo abituare al ricorso del privato e dell’intramoenia. Per non parlare dei servizi territoriali, come l’assistenza domiciliare, la non autosufficienza o i servizi come la neuropsichiatria infantile, la pediatria, la salute mentale che sono al collasso”.

“In tutto questo, proprio per non farci mancare nulla in questa provincia, come già altre volte abbiamo riportato sulla disuguaglianza di stipendi degli operatori, infermieri e medici rispetto ai loro colleghi di area vasta. Ebbene, dopo le varie promesse dal governo regionale e dai suoi rappresentati del Pd, che rassicuravano, vi annunciamo che è tutto fermo e bloccato – sottolineano Barzanti e Fedeli -. Non ci sarà alcun adeguamento degli stipendi né per gli infermieri, operatori e medici. Sembra di essere in una trasmissione: ‘Dilettanti allo sbaraglio’”.

“Come è possibile che medici e infermieri, operatori che firmano contratti collettivi nazionali abbiano disparità di trattamento all’interno della stessa area vasta? E che comunque questa disparità era presente anche prima e quindi ancor più grave. Gli infermieri e i medici di Grosseto lavorano sotto lo stesso contratto nazionale dei loro colleghi di Siena, Firenze, Roma, Napoli e Torino oppure hanno firmato contratti che valgono solo nel territorio provinciale? Basta silenzi – concludono Barzanti e Fedeli, è ora di trovare i responsabili e pretendere una sanità pubblica che prevenga i problemi e dia uguaglianza nelle retribuzioni”.

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