Home GrossetoPolitica Grosseto Ius soli, il Pci dice “sì”: “Apporto culturale e demografico fondamentale per l’Italia”

Ius soli, il Pci dice “sì”: “Apporto culturale e demografico fondamentale per l’Italia”

di Redazione
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Francesco Bonuccelli e Luciano Fedeli intervengono per il Pci di Grosseto in merito alla nuova legge sulla cittadinanza, il cosiddetto “Ius soli temperato”.

“In base ad una norma del 1992, oggi chi nasce in Italia da cittadini stranieri e continua stabilmente a viverci può chiedere la cittadinanza italiana al compimento del 18° anno di età, presentando domanda prima del compimento del 19° anno – spiegano Bonuccelli e Fedeli -. La nuova legge prevede che chi nasce in Italia da genitori stranieri possa ottenere la cittadinanza italiana se il padre o la madre siano in possesso del ‘permesso di soggiorno di lungo periodo’, che viene rilasciato agli stranieri residenti in modo continuativo sul territorio nazionale per almeno 5 anni. Per i cittadini extra Unione europea, che rappresentano la gran parte degli immigrati, sono poi previsti altri requisiti specifici, quali: un reddito minimo garantito, un alloggio idoneo, il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana“.

“Si dà inoltre la possibilità al minore straniero nato in Italia, o qui entrato prima dei 12 anni, di ottenere la cittadinanza italiana se ha frequentato 1 o più cicli scolastici sul territorio nazionale, ossia almeno 5 anni di frequenza scolastica ed anche in questo caso il genitore per presentare la domanda deve essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo – continuano Bonuccelli e Fedeli -. Un’altra possibilità per ottenere la cittadinanza italiana è il cosiddetto ‘Ius culturae’, che prevede che possa ottenere la cittadinanza italiana chi arriva in Italia prima dei 18 anni e che abbia frequentato un ciclo scolastico con conseguimento di un titolo finale. La cittadinanza italiana è conferita con decreto del Presidente della Repubblica“.

“Queste premesse per farci capire che non basta solo nascere in Italia, come avviene ad esempio negli Usa, per essere cittadini italiani, ma che lo Stato si preoccupa che esistano altri requisiti e condizioni che possano favorire l’integrazione, la conoscenza reciproca e l’inclusione sociale – sottolineano Bonuccelli e Fedeli. La norma se approvata riguarderà circa 1 milione di ragazzi che frequentano le nostre scuole, parlano la nostra lingua e si sentono già italiani ‘per davvero’. Il Pci ritiene che non si può continuare a non riconoscere il diritto di cittadinanza ad altri esseri umani che portano quella ricchezza culturale di cui abbiamo bisogno e rappresentano anche un elemento fondamentale per l’economia e per questo è a favore dello Ius soli senza se e senza ma“.

“Riteniamo che questa sia una tappa perché l’unico diritto che si ha, dal momento in cui si nasce, è il diritto all’esistenza non perché cittadini, ma perché siamo umani. Siamo concepiti nel mondo e siamo abitatori del mondo dove i confini sono solo perimetri virtuali che andranno superati – continuano Bonuccelli e Fedeli -. Chiudendo: nella nostra provincia risiedono circa 22.000 cittadini provenienti da altri Paesi che consentono di avere in attivo il bilancio demografico nel suo complesso. Diversamente avremmo un saldo e una flessione negativi della popolazione residente. 17.000 residenti sono in età attiva e svolgono attività lavorativa dipendente o autonoma. Circa 4.000 sono gli studenti che frequentano le nostre scuole che, in alcune realtà, sono aperte grazie alla presenza di studenti stranieri“.

“Accanto all’apporto culturale, altro elemento significativo dei cittadini stranieri è dato alla tenuta del sistema dei servizi come scuola, sanità, previdenza – terminano Bonuccelli e Fedeli -. Il bilancio tra costi per i servizi è un bilancio positivo con un saldo finale medio per cittadino superiore a 400,00 euro, con evidenti margini anche per il sostegno a tutto il tessuto socio – economico comunitario“.

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