Firenze. “No al metodo Giani e del Pd per la nomina del direttore generale della Asl Sud Est, la sanità è di tutti, non è un dipartimento della sinistra”.
Lo hanno detto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Sanità, Diego Petrucci, il commissario cittadino di Fratelli d’Italia e assessore a Siena, Enrico Tucci, e il presidente provinciale di Fratelli d’Italia a Grosseto, Luca Minucci, durante una conferenza stampa che si è tenuta presso il Consiglio regionale della Toscana mentre nella Commissione Sanità dello stesso Consiglio veniva dato il parere (obbligatorio e non vincolante) sulla nomina del dottor Marco Torre alla guida della Asl Sud-Est da parte del presidente di Regione Giani.
“I tre sindaci dei capoluoghi presenti nel territorio della Asl – ha spiegato Petrucci – hanno chiesto un confronto al governatore Giani sulla scelta del prossimo direttore generale, ma il presidente ha deciso di procedere senza interpellare i primi cittadini che, guarda caso, sono tutti di centrodestra. Questa mattina ho votato contro la nomina del dottor Torre per il metodo portato avanti dal governatore e non per la persona. A parere nostro era doveroso fare quel confronto, così facendo la Regione ha compiuto una frattura con i territori. Ho apprezzato quanto detto dal neodirettore in Commissione visto che ha parlato della necessità di cambiare il modello organizzativo della Asl come chiediamo da anni. Ho poi chiesto a Torre una maggiore attenzione sul moltiplicarsi dei primariati, visto che nella Asl Sud Est si contano un dirigente ogni 4 posti letto (mentre la media regionale è di un dirigente ogni 4,8 posti letto): gli ho infatti consegnato il nostro dossier sul numero di dirigenti nella sanità toscana”.
“Contestiamo soprattutto la modalità che ha portato alla designazione del nuovo direttore generale – ha detto Enrico Tucci, che per 21 anni è stato primario della stessa Asl -. Si tratta di una sgrammaticatura istituzionale del presidente perché ha rifiutato di incontrare i sindaci dei capoluoghi dicendo che così la nomina sarebbe stata politicizzata. Per noi, invece, i sindaci, come i presidenti di Regione, devono rappresentare tutti. L’interlocuzione avrebbe solo aiutato a fare una scelta maggiormente consapevole. Abbiamo perplessità anche riguardo il merito perché il dottor Torre, che ha comunque un altissimo profilo professionale e curriculare, è stato finora a capo della Fondazione Monasterio: una nicchia di eccellenza della sanità toscana che conta circa 400 dipendenti. Adesso Torre si trova a gestire una Asl che copre il 52% del territorio toscano e ha oltre 10mila dipendenti. È come mettere l’ex Ceo di Rolls Royce a capo di Stellantis con tutte le difficoltà che sta affrontando l’industria dell’automative”.
“Noi riteniamo – ha sottolineato Minucci – e siamo convinti del fatto che bisogna sempre sentire, prima di tutto, i territori. Il centrodestra quando governa è abituato a sentire tutti gli interlocutori, ma le cose non funzionano così per il Pd. La Regione Toscana tende spesso e volentieri a scegliere i suoi interlocutori e questa volta ha volutamente tenuto fuori i territori guidati dal centrodestra. Troppo spesso Grosseto e provincia sono escluse dalle decisioni prese dalla Regione Toscana ed è stato fatto anche a questo giro. Il problema è che i servizi sanitari offerti ai grossetani sono sempre più depotenziati. La sfida che attende Torre è difficile perché il nostro territorio è vastissimo. Nell’interesse dei cittadini gli auguriamo buon lavoro”.