Grosseto. È stato siglato questa mattina, martedì 5 novembre, nella sede del Comune di Grosseto, il contratto integrativo economico 2024, che interessa circa 500 dipendenti comunali. Un contratto che la Cisl Funzione pubblica, preso atto dei suoi contenuti in discussione dal mese di giugno, ha deciso di non firmare.
“Non sottoscrivere un contratto decentrato dopo mesi di trattative non è una scelta che si prende con superficialità – commenta Simona Piccini, segretaria generale della Cisl Funzione pubblica di Grosseto –; significa dichiarare il massimo dissenso a una contrattazione. Ed è per questo che nei mesi scorsi la Cisl ha inviato all’amministrazione una serie di richieste, di fatto non prese in considerazione dalla parte pubblica, che andavano ad utilizzare il fondo delle risorse accessorie del personale in modo più equilibrato, prevedevano le progressioni economiche orizzontali con criteri di svolgimento più attenti a lasciare risorse anche per altri istituti contrattuali, ma soprattutto finalizzate a non depauperare la cosiddetta ‘produttività’ annuale di ciascun dipendente”.
“Con questo accordo – prosegue Piccini – le risorse 2024 disponibili alla contrattazione andranno quasi tutte alle progressioni economiche orizzontali, che interessano solo il 50% dei dipendenti, mentre l’altro 50% si ritroverà la produttività ridotta del 50% rispetto a quella del 2023. Non solo, ci vorranno almeno 4 anni per interessare tutti i dipendenti, perché il Comune ha fatto molte assunzioni negli ultimi 3 anni, ma nello stesso tempo tutti si vedranno ridurre la produttività dell’80% in un triennio. Sarà quasi inutile ritrovarsi nel 2025 o nel 2026 per fare la contrattazione, perché con questo contratto non ci saranno più risorse libere sufficienti per incrementare altre indennità o istituti contrattuali. Penso a chi svolge servizi alla persona, anagrafe, stato civile, che avrebbero potuto vedere un incremento della propria indennità, oppure all’indennità di servizio esterno per i turni notturni della Polizia Municipale, che percepisce, ad oggi, 3 euro al giorno, ottenuta grazie alla Cisl nel contratto del 2019, più bassa rispetto a città come Lucca e Arezzo dove, le indennità oscillano tra 6 e 8 euro. Il Comune di Grosseto, per attuare le progressioni dal 2019 al 2023, ha già diminuito il livello di produttività pro capite di circa 300 euro, ha ridotto definitivamente il fondo dello straordinario di 30mila euro e con questo nuovo accordo, già nel 2024, si ridurrà la somma del 50%, nel prossimo anno del 60% e così via fino ad arrivare ad una produttività annua di 300 euro lordi annui”.
“La Cisl – dichiara Piccini – crede che il sindacato sia chiamato a contrattare per i dipendenti la miglior soluzione possibile per tutti e, avendo risorse limitate per legge e per contratto, lo spirito che deve essere alla base delle scelte è quello di uno sviluppo economico per tutti o il mantenimento economico del livello retributivo accessorio. In Comune, come accaduto in passato, alcuni dipendenti correranno il rischio di non avere in tre anni le progressioni e di vedersi liquidare come produttività una ‘mancia’. Se avessimo, come proposto dalla Cisl, effettuato le progressioni economiche con criteri diversi, avremmo ottenuto sia le progressioni economiche sia il mantenimento di livelli più accettabili di produttività e iniziato una revisione economica di alcuni istituti. Così non sarà. Se si riuscisse a firmare il Contratto nazionale delle funzioni locali entro il 31 dicembre 2024 e si iniziasse da gennaio a trattare per il Contratto nazionale 2025/2027 potremmo avere un aiuto per innalzare i livelli di produttività e fare politiche del personale migliori di questa, che crediamo giusto non avvallare con la nostra firma”.
“Auspichiamo – conclude Piccini – che i nostri colleghi di viaggio sindacale Cgil e Uil possano ritrovare la strada che li porti a condividere con noi la firma del contratto collettivo nazionale di lavoro 2022/2024 nazionale, dove questa volta le risorse sono già stanziate (8 miliardi di euro per tutto il pubblico impiego) senza far scadere l’anno 2024. In fondo, Cgil e Uil, insieme alla Cisl, hanno siglato nel 2018 il Ccnl 2016/2018 che portava un incremento degli stipendi del 3,48%, dopo 10 anni di blocco contrattuale con una perdita del potere di acquisto degli stipendi pubblici e privati del 16%; hanno di nuovo siglato insieme a Cisl il Ccnl 2019/2021, con un incremento degli stipendi del 4,07%, mentre oggi, nel 2024, con un incremento stipendiale di fatto del 6%, ancora non si vede la luce per la sottoscrizione”.