Essere infermieri in uno dei periodi più duri per la sanità. Quello della pandemia di Coronavirus. Ci facciamo raccontare da Ippolita Romei, 37 anni, infermiera, com’è cambiato il lavoro all’ospedale di Grosseto.
Turni più lunghi? Quali sono le condizioni di lavoro?
“Per quanto nel nostro ospedale la situazione sia sostenibile e ben gestita, gli orari di lavoro si sono notevolmente allungati. E’ una situazione surreale che nessuno poteva immaginare, ma i turni non sono la cosa più difficile da sopportare, nelle emergenze si dimenticano gli orari… e anche la fatica.”
Molti medici e infermieri stanno pubblicando foto sui social in cui mostrano i segni delle mascherine protettive sul volto.
“Esatto, i ‘dpi’ (i dispositivi di protezione individuale, ndr), sono faticosi da indossare per ore: le mascherine fanno male e durante il turno non puoi distrarti, andare in bagno o fare le normali pause. Però ti proteggono, mi sento più sicura in sala che negli spogliatoi o nei corridoi. E poi è un accrescimento enorme… è naturale sviluppare ancora più empatia con i pazienti perché siamo di fronte a un’emergenza nuova per tutti”.
La cosa più importante, ci dicono, è stare a casa. Ogni nuovo contagiato rischia di mettere in difficoltà le strutture ospedaliere.
“E’ vero, ci sono strutture in sofferenza e non solo al nord. Per questo rispettare le regole è un gesto di rispetto verso gli altri e coloro che ogni giorno con il loro lavoro lottano contro il virus. La nostra città mi sembra si stia dimostrando responsabile e forse questa crisi ci spingerà a ritrovare un senso di comunità. Intanto i miei figli, Penelope e Edoardo, mi stanno aiutando tantissimo a casa: sentono la responsabilità di dover sostenere una mamma ‘eroe’.”
(Nella foto Ippolita con due colleghi)