Il Presidente CNA, Gabriele Fusini, interviene sull’annunciata riattivazione del Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti:
«Ventidue persone arrestate. Un giro di fatture false per 40 milioni di euro. L’accusa di “associazione a delinquere” contestata a gruppi societari ai quali viene contestata , la violazione delle norme sugli appalti.
Una vicenda squallida rispetto alla quale, se non altro, come CNA di Grosseto avevamo preso subito con forza le distanze, denunciandone apertamente distorsioni ed abusi.
Ecco quel che rimane della vicenda SISTRI, quella che costrinse centinaia di migliaia di artigiani ed imprese ad acquistare delle inutili “chiavette” mai messe in funzione anche perché il sistema, come fu provato dagli innumerevoli “click day”, non solo aveva costi spropositati ma proprio non funzionava».
«Oggi apprendiamo- prosegue Fusini- che quello stesso sistema, più che per “tracciare” i rifiuti serviva soprattutto ai loschi affari di qualcuno. La gente si chiede quanti SISTRI ci siano ancora in giro e diventa persino retorico chiedersi perché la fiducia nelle istituzioni sia caduta a picco, con tutte le conseguenze del caso.
Ma la cosa se possibile ancor più sconcertante è che, solo pochi giorni fa, l’ex Ministro Clini ha annunciato la decisione di riavviare il Sistri nonostante tutte le criticità evidenziate dalle imprese e nonostante le indagini avviate dalla magistratura. Si teme forse di dover pagare penali per il mancato avvio? O forse non sarebbe il caso di chiedere i danni per tutto ciò che questa vicenda ha causato alle imprese?
Il minimo che si può fare, in questo momento, è un intervento diretto ed immediato sul nuovo Governo affinché sia immediatamente ritirato e abrogato il decreto e, contestualmente, sia prorogato l’attuale periodo di sospensione del sistema e dei relativi contributi, così come ripetutamente richiesto dai vertici nazionali di Rete Imprese Italia».
«Abrogare il decreto e rivedere tutta la materia- conclude Fusini– . Tutto il meccanismo di tracciabilità dei rifiuti va necessariamente rivisto.
Noi da tempo ci battiamo per un sistema di semplice utilizzo, efficace nel contrasto alle ecomafie ma allo stesso tempo facilmente utilizzabile dai milioni di piccole imprese e micro attività a cui si continuano ad imporre adempimenti farraginosi, complessi e costosi, esponendole a rischi penali per insignificanti violazioni formali.
Ritirare il decreto, dunque, ma non solo. Le imprese sono allo stremo. C’è bisogno di semplificazioni, e non di nuovi appesantimenti! La corda è davvero troppo tesa e continuando così finirà inevitabilmente per rompersi».