Col finire dell’estate 2012, si è assistito, a livello mondiale, ad un rallentamento della crescita economica, dovuto alla perdita dello slancio degli scambi tra paesi e alla riduzione degli ordini.
In particolare, secondo i dati elaborati dall’Istituto Tagliacarne, a livello nazionale le imprese soffrono la contenuta redditività degli investimenti, tutti i settori sono colpiti dall’asfitticità di un circuito economico flebile.
Quindi se le imprese sono in difficoltà, la disoccupazione cresce; a luglio 2012 si attesta al 10,7% per un totale di 2.705.000 unità.
Di conseguenza, diminuendo il monte salari, la spesa delle famiglie subisce una contrazione che risulta la più consistente dal dopoguerra e si protrae da tre trimestri.
Positivo il solo segno delle esportazioni, ma la dinamica è modesta a causa della maggiore debolezza dei mercati più vicini.
La Toscana non si differenzia da questo quadro.
Nel secondo trimestre di quest’anno, il calo delle vendite al dettaglio si attesta al 6% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Le ragioni risiedono principalmente nel comportamento prudente delle famiglie toscane, le quali, da un lato, riducono quantitativamente i consumi, e dall’altro modificano le proprie preferenze, verso prodotti di prezzo più basso.
Le dinamiche dell’economia grossetana
Nel primo semestre 2012, rispetto al precedente semestre, all’interno delle imprese grossetane si assiste ad un -6,7% per la produzione; a -0,6% per gli occupati fissi; -0,9% per gli occupati atipici; -0,1% per gli investimenti e -6,5% per il fatturato.
Per quanto riguarda questo ultimo indicatore, le perdite complessive registrate negli ultimi 18 mesi si attestano a circa l’11,5%, riduzione che testimonia l’inasprirsi del clima economico in provincia.
In questo quadro a soffrire non sono soltanto le piccole imprese, ma anche quelle medio- grandi.
Una cospicua riduzione della spesa delle famiglie, sempre nel primo semestre, ha determinato una diminuzione del 15,2% nel commercio.
Nell’ambito dei servizi (-8,5%) anche i trasporti (-13,4%) ed i servizi alle persone (-9,1%) soffrono la crisi, mentre il turismo si attesta ad un -1,5%.
Le costruzioni hanno un volume d’affari in flessione del 10%; l’agricoltura invece riduce il fatturato di quasi quattro punti (-3,9%).
L’industria alimentare si attesta al -3,4%, mentre l’unico comparto attivo risulta quello delle macchine elettriche e dell’elettronica (+3,3%).
Le attese per il II semestre, elaborate a luglio, vedono un’attenuazione della congiuntura economica nella produzione, nel fatturato delle aziende e nell’occupazione.
I settori in calo risulteranno invece le costruzioni e l’agricoltura; in ripresa il commercio, il turismo e il manufatturiero.
“I dati sono allarmanti, ma solo conoscendo il quadro della situazione possiamo prenderne coscienza e migliorare la situazione– ha dichiarato Giovanni Lamioni, presidente della Camera di Commercio di Grosseto- . Bisogna insistere sul turismo puntando sul brand Maremma, portando fuori dai confini nazionali ed internazionali la specificità del nostro territorio”.