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Nuove tariffe per gli asili nido e le scuole dell’infanzia

di Roberto Lottini
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Nuove tariffe per i nidi e le scuole d’infanzia comunali.

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che trasforma le precedenti rigide 8 fasce Isee nelle attuali 4 grandi fasce che terranno conto della condizione Isee di ogni singola famiglia. “Aumenta di conseguenza e sensibilmente – ha precisato l’assessore alle Politiche Educative, Luca Ceccarellila progressività fiscale a vantaggio dei cittadini e, considerando la precedente delibera sull’introduzione dei criteri Isee per l’accesso al servizio a vantaggio dei nuclei meno abbienti e con disoccupati, entreranno per la prima volta nei qualificati sistemi educativi comunali famiglie che ne restavano finora ingiustamente escluse”.

La precedente tariffazione risaliva ad una delibera del dicembre 2004 e da tempo l’Amministrazione riteneva necessario un suo aggiornamento che, pur in presenza dei tagli ai trasferimenti dello Stato, salvaguardasse la qualità dell’offerta formativa.

Tra l’altro, come ha ricordato Ceccarelli: “questa Amministrazione ha lavorato per aumentare quella stessa offerta, come dimostra l’avvenuta apertura della scuola dell’infanzia di Batignano e quella prossima del nido di via Mozambico e poi adesso è riuscita nell’intento di approvare i nuovi criteri prima dell’inizio dell’anno scolastico, a differenza di quello che accadde nel 2004, consentendo per la prima volta di comunicare la tariffa ai cittadini nella stessa lettera di ammissione del bambino”.

All’interno della complessiva rivisitazione anche dei criteri di accesso, con la delibera appena approvata, si è passati ad un riequilibrio delle risorse e ad una “maggiore attenzione – ha ribadito l’assessorealle fasce sociali più esposte”.

In pratica, le precedenti 8 fasce arrivavano fino a quella massima superiore ai 24mila euro con tariffe differenziate in ogni scaglione Isee solo in base alla permanenza dei bambini fino alle 12, fino alle 14 o fino alle 17.30. All’interno di ognuna di queste fasce la percentuale di compartecipazione era quindi praticamente identica tra situazioni diverse e, anche tra le varie fasce, con una proporzione inadeguata proprio rispetto ai redditi meno alti. Ora le fasce diventano 4 complessive (fino a 5 mila euro per gli esenti – fino a 9mila euro – fino a 28mila euro e oltre 28mila euro) sempre con differenziazione in base alle ore di permanenza, ma con una modulazione delle tariffe per ciascun Isee presentato tra quelli che vanno da 9mila a 28mila euro. “Complessivamente, – ha aggiunto l’assessorela compartecipazione media dei cittadini resta sotto il 20% ma con una valutazione molto più aderente delle singole esigenze e realtà delle famiglie e con un evidente vantaggio per quelle con l’Isee medio basso”.

Quindi, si pagheranno dai 44 euro al mese della fascia immediatamente successiva a quella dell’esenzione, passando per la modulazione personalizzata di quella intermedia, fino ad arrivare agli oltre 400 euro, in presenza di opzioni di prolungamento dell’orario. Si tratta di un chiaro spostamento del peso della compartecipazione sugli Isee superiori a 28mila euro. Nel calcolo dell’Isee si terrà poi anche conto del reddito del genitore eventualmente non convivente, a prescindere dal fatto che la coppia sia sposata o meno.

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