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Vaccini nelle farmacie, i sindacati “Servono tutele, garanzie e formazione adeguata”

di Redazione
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Ben venga l’individuazione di nuovi punti vaccinali, ma bisogna tutelare le professionalità e i cittadini“.

È quanto dichiarano Massimiliano Stacchini (Filcams Cgil) Katiuscia Biliotti (Fisascat Cisl) ed Elisabetta Lanzoni (Uiltucs Uil) a proposito della possibilità aperta dal decreto “Sostegni” di attivare le vaccinazioni contro il Covid 19 anche nelle farmacie.

“I farmacisti sono una delle categorie da sempre in prima linea nella lotta al virus – dicono Biliotti, Stacchini e Lanzonie sono disposti a fare la loro parte anche per contribuire all’intensificazione del percorso vaccinale, ma hanno bisogno di adeguata formazione, tutele e garanzie, perché il loro profilo professionale non è quello di un medico, né di un infermiere“.

Secondo le organizzazioni sindacali, infatti, per poter attivare le vaccinazioni all’interno delle farmacie serve la presenza di un medico di riferimento: “Cosa accadrebbe, per esempio, di fronte a una reazione avversa al siero?“, si chiedono.

I farmacisti – aggiungo Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uilsono una categoria che da otto anni non vede l’adeguamento del contratto nazionale e che, pur essendo stati impegnati fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria non hanno avuto, per questo, alcun riconoscimento. Inoltre, dal momento in cui le vaccinazioni saranno attivate all’interno delle loro strutture sarà necessario pensare anche ad adeguate coperture assicurative”.

Tutto questo senza dimenticare l’interesse dei cittadini: “Organizzare correttamente il sistema di vaccinazioni all’interno delle farmacie è fondamentale anche e soprattutto nell’interesse delle persone che si sottoporranno al trattamento, che dovranno essere sereni e certi di avere le medesime garanzie e rassicurazioni dei pazienti vaccinati dai medici di famiglia o nei centri vaccinali“, aggiungono le organizzazioni sindacali.

Infine, una considerazione anche sui locali che accoglieranno le persone: “Sarà necessario valutare le caratteristiche di ogni singola farmacia coinvolta nel piano vaccinale perché chi si sottoporrà al vaccino dovrà poterlo fare in un ambiente adeguato, dove anche attendere il tempo necessario per verificare le eventuali reazioni avverse. Non posso rischiare che a pagare il prezzo del ritardo sulle vaccinazioni siano alcune categorie di cittadini e di professionisti“.

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