Uno studio sulle aritmie cardiache, condotto dalla cardiologia dell’ospedale di Grosseto, è stato protagonista del congresso europeo di cardiac imaging “EuroEcho Imaging”, che si è svolto dal 10 al 14 dicembre a Istanbul.
In questa occasione, infatti, il dottor Alberto Cresti, cardiologo della Asl 9, che ha realizzato lo studio, è stato chiamato dal presidente della Società europea di ecocardiografia, professor Garcia Fernandez, a fare una presentazione orale del proprio lavoro, nella sessione finale dedicata alle principali novità emerse.
Lo studio sull’incidenza di trombosi atriali nelle aritmie sopraventricolari (fibrillazione e flutter), è partito nel 1998 e si è concluso nel 2012. In questi 15 anni sono stati studiati circa 1000 mille casi consecutivi su pazienti che si sono rivolti alla struttura ospedaliera grossetana.
“Fibrillazione e flutter atriale – spiega Alberto Cresti – sono le aritmie più comuni e una delle maggiori cause di accesso al pronto soccorso. La principale complicanza legata a queste aritmie è il rischio di ischemia cerebrale ed ictus, che nasce dalla formazione di trombosi nelle auricole. Tant’è che la fibrillazione atriale è la causa di circa il 25-30% di tutti gli ictus. Grazie all’ecocardiogramma transesofageo è possibile visualizzare direttamente le trombosi atriali. Tuttavia, mentre quelle sinistre sono state diffusamente studiate, poco si sa della incidenza delle trombosi auricolari destre”.
La novità dello studio è proprio questa. “Abbiamo studiato – continua Cresti – con ecocardiogramma transesofageo 983 casi consecutivi di aritmie atriali (fibrillazioni e flutter) prima della cardioversione ed abbiamo rilevato 7 casi di trombosi auricolare dx con una incidenza dello 0,8%, significativamente minore rispetto a quelle sinistre che abbiamo trovato nel 9,3%”.