Grosseto. “Sono abituato ad essere concentrato sul presente, con pragmaticità, ma rivendico la libertà di manifestare contro l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, che è stato protagonista attivo del ventennio fascista e collaborazionista delle truppe naziste”.
A dichiararlo è Giacomo Termine, segretario provinciale del Partito democratico.
“In quel particolare contesto della commemorazione dei martiri di Maiano Lavacchio, ho manifestato in mezzo a tanti altri presenti, molti peraltro, non in veste ufficiale e per questo ero senza fascia. L’ho fatto in memoria del mio bis nonno, ucciso nella terribile strage dei martiri di Niccioleta e di tutte quelle persone che sono morte in quella stagione buia – spiega Termine -. Trovo ipocrita che Pacella accusi me di sgarbo istituzionale, pur sapendo che non ho partecipato alla cerimonia in veste istituzionale (non sono stato nemmeno invitato), ma semplicemente tra il pubblico. Dovrebbe invece pensare allo sgarbo istituzionale che ha fatto il sindaco Vivarelli Colonna, tenendo il suo intervento a Maiano Lavacchio senza indossare la fascia di sindaco”.
“Sottolineo peraltro che la mia è stata una forma di protesta del tutto lecita e rispettosa, in silenzio. Mi sono solo voltato e (purtroppo) ho avuto anche modo di sentire le parole del sindaco Vivarelli Colonna e constatare, amaramente, che nel suo discorso non ha mai esplicitamente fatto riferimento alle responsabilità del Fascismo rispetto ai fatti accaduti a Maiano Lavacchio – conclude Termine –. Comprendo che ormai sia diventato imbarazzante per il centrodestra difendere e sostenere il sindaco Vivarelli Colonna che espone costantemente la città di Grosseto al pubblico ludibrio, ma cercare di attaccare gli altri per nascondere il proprio imbarazzo non funziona e non lo accetto”.