Grosseto. “Con la sua imponenza di 300 metri circa e dopo 26 giorni di navigazione, è arrivata al porto di Piombino la nave Gola Tundra, partita da Singapore e che ha attraversato il canale di Suez”.
A dichiararlo è Rita Bernardini, consigliera comunale del gruppo misto a Grosseto.
“Di importante impatto a livello della produzione del gas perché garantirà all’Italia una certa indipendenza dall’import di gas dall’Est e garantirà 5 miliardi di metri cubi di gas, la nave rigassificatrice a Piombino, assieme a quella di Ravenna, allenterà la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas metano attraverso i gasdotti di terra, che arrivano dalla Russia e dall’Azerbaigian e che scontano tensioni geopolitiche ad intervalli regolari – spiega Bernardini -. Nonostante la sua importanza per il fabbisogno a livello nazionale, il suo arrivo ha smosso tensioni e lamentele da parte degli abitanti di Piombino. Ho sempre seguito, perché affascinata, questa vicenda ed ho ascoltato in streaming il convegno che lo scorso 17 ottobre si è tenuto al Teatro Metropolitan di Piombino, tra l’altro molto affollato. Probabilmente avevano già prima dell’incontro parecchi dubbi sulla scelta di questa città come luogo che dovrebbe ospitare uno dei rigassificatori individuati dal Governo Draghi per importare Gnl nei prossimi anni. Interrogativi che si sono rafforzati ascoltando i pareri tecnici dei consulenti del Comune di Piombino. Una task force composta da un avvocato, esperti di valutazioni ambientali e sanitarie, di ingegneria navale, di rischio di incidente rilevante, visto che il rigassificatore, o Fsru, è un impianto sottoposto alla Direttiva Seveso”.
“Nei mesi scorsi, questo progetto a cura di Snam è stato oggetto di una moltitudine di osservazioni, risposte, controdeduzioni, da parte di trenta diverse autorità responsabili. Accanto alla Golar Tundra attraccheranno inoltre navi altrettanto grandi e cariche di gas (combustibile potenzialmente esplosivo?). Altro aspetto che riguarda l’impatto sul mare: il rigassificatore opererà a ‘ciclo aperto’, cioè ha bisogno di prelevare acqua e scaricarla – continua la consigliera -. Si prevede il prelievo di 18mila metri cubi all’ora di acqua di mare che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina (ipoclorito di sodio), per evitare le incrostazioni, e scaricata fredda, a -7°C rispetto a quando prelevata, insieme a una concentrazione di 0,2 mg/l di candeggina. Dunque, ogni giorno verrebbero scaricati in mare 86,4 chilogrammi di candeggina. Per un totale annuo di 31,5 tonnellate”.
“Considerando che tra Piombino e noi ci sono circa 25/30 miglia marine, ossia circa 50 chilometri in mare più o meno per intendersi, mi domando se – termina Bernardini -:
- è’ possibile che ci siano situazioni in cui questi sversamenti provochino schiume e quindi il cumulo di inquinamento?
- è’ veramente cosi inquinante come alcuni abitanti di Piombino temono? E se si, non esistendo una linea immaginare di confine che separa le acque dal porto di Piombino a noi, possiamo anche noi rischiare qualche ipotetico ed eventuale rischio di inquinamento?”.