“Fabrizio Rossi, vicesindaco e assessore con deleghe di primaria importanza, come urbanistica, edilizia privata, toponomastica, centro storico, aree Peep e Pip, partecipate ed infine sport, da quando è stato eletto alla Camera dei deputati non ha presenziato a circa il cinquanta per cento delle riunioni di Giunta; per non parlare della quarta commissione, dove le tematiche delle sue deleghe sono dibattute e sviluppate”.
A dichiararlo, in un comunicato, è il gruppo consigliare del Pd di Grosseto.
“Il dato la dice lunga sulla necessità oggettiva di avere quanto prima un altro assessore al suo posto, vista la complessità dell’incarico da deputato che richiede la presenza su territori particolarmente vasti – continua la nota -. In un momento così complesso, dove la città, già economicamente fragile, subisce i colpi della crisi energetica e dell’inflazione, con un segretario generale comunale che ha già le valige in mano quando ancora i progetti del Pnrr sono in gran parte ai nastri di partenza, un Piano Strutturale ancora lontano dalla sua approvazione, fa piacere che il sindaco confermi la necessità di un rimpasto. Fu lui stesso, il 28 settembre 2022, a manifestare le sue intenzioni alla stampa, (…’quando sceglieremo i nuovi assessori’…) e quindi ci auspichiamo di passare quanto prima dalle parole ai fatti. D’altronde Simona Petrucci, l’altro assessore eletto ma al Senato, con encomiabile senso di responsabilità, ha già dichiarato che il 31 dicembre prossimo rinuncerà alle sue deleghe, fra le quali ricordiamo quella delicata all’ambiente”.
“Preso atto delle buone intenzioni, l’opposizione, visti gli episodi del passato, non può dormire sogni tranquilli e sarà quindi necessaria ogni azione affinché quanto annunciato diventi presto realtà. Ogni azione, ma non qualunque azione, perché ad esempio la mozione che intende presentare il Movimento 5 Stelle al prossimo Consiglio comunale non può essere condivisa dal Partito Democratico, sia per gli aspetti tecnici e soprattutto politici, non si possono trattare gli assessori come dipendenti e soprattutto togliere al sindaco l’autonomia sulla gestione delle deleghe, come appunto prevede legge 267 art. 4 del Tuel e concessagli dal voto democratico. Così come non è stato possibile in parlamento, neanche il Comune si può aprire come una scatoletta di tonno – termina il comunicato -. Il prossimo Consiglio comunale, quindi, sarà l’occasione per attivare l’attenzione dei cittadini e far presente alla maggioranza quanto sia importante procedere e soprattutto in modo celere per rimettere in asset la piena governabilità della macchina amministrativa”.