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Casa di Roma, l’opposizione: “Gestione del Comune ha causato gravi perdite”

di Redazione
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Il Comune di Roccalbegna è stato condannato in primo grado nel processo sulla ‘Casa di Roma’. Dovrà pagare il doppio della caparra, pari a 460.000 euro, dei 230.000 euro versati nel 2010 dalla società acquirente Gfp Properties Srl. La cosiddetta ‘Casa di Roma’ è un immobile situato nel quartiere Parioli di Roma. Fu la signora Zammarchi Maria Teresa, che, nel 2007, in un atto assai ammirevole, aveva nominato il Comune di Roccalbegna erede universale“.

A dichiararlo, in un comunicato, è Davide Mariotti, per il gruppo consiliare di minoranza “Ricostruire in Comune”

Ripercorriamo gli eventi – continua la nota -. Fu durante la delibera del consiglio comunale N°6 del 30 aprile 2010, presieduta dall’attuale sindaco di Semproniano Luciano Petrucci, che fu messa ai voti la stipula del contratto di vendita dell’appartamento ad un prezzo concordato di 1.230.000,00 euro. La maggioranza, fra le cui fila militava già l’attuale sindaco di Roccalbegna Massimo Galli, approvò la cessione. L’unico voto contrario fu quello del consigliere Biagio Giannone; la minoranza si astenne. Il Comune di Roccalbegna includeva la Gfp Properties Srl nel possesso dei beni promessi in vendita, al fine di consentirle l’inizio di alcuni lavori di ristrutturazione. Lo stesso consigliere di maggioranza Biagio Giannone, nella seduta del 30 novembre 2010, commentava: ‘E’ stato fatto l’errore di consegnare le chiavi prima del contratto definitivo’”.

“Successivamente al compromesso, la Gfp Properties Srl intimava al Comune di Roccalbegna di provvedere ad una serie di interventi, segnalando in particolare che dal terrazzo del quarto piano della palazzina condominiale continuavano a staccarsi pezzi di intonaco. Si evidenziavano gravi danni strumentali che potevano mettere in pericolo la sicurezza dei passanti. Il condominio, a cavallo dei mesi di luglio e agosto 2010, provvedette a consolidare la stabilità dei parapetti e ad eseguire le riprese di intonaco ammalorato ove necessario, e constatò che non sussisteva precedentemente alcuna situazione di pericolo – prosegue il comunicato -. A questo punto, la vicenda si complica. In data 13 ottobre 2010 fu notificato al Comune di Roccalbegna l’atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma da parte della Gfp Properties Srl, con il quale veniva richiesto di dichiarare la riduzione del 30% sul corrispettivo di compravendita dell’immobile, adducendo presunte fatiscenze e non conformità edilizie dell’immobile stesso. Si chiedeva la restituzione del doppio della caparra introitata dal Comune (460.000,00 euro). Il 21 ottobre 2011, l’amministrazione Galli, con il voto contrario della minoranza, approvò una diminuzione sul prezzo di acquisto dell’appartamento di 50.000 euro, transazione che avrebbe dovuto chiudere tutte le controversie, rinviando la stipula del contratto definitivo alla data del 30 marzo 2012. La stipula non avvenne mai“.

“Si giunge quindi al consiglio comunale del 10 aprile 2020. In seguito alla sollecitazione del gruppo consiliare ‘Ricostruire in Comune’, il sindaco Galli ammette la sconfitta in tribunale e la conseguente condanna alla restituzione del doppio della caparra, ossia 460.000 euro. L’immobile, parzialmente ristrutturato, torna tuttavia al Comune di Roccalbegna. Paradossalmente il primo cittadino ed il suo entourage annunciano la sconfitta come una vittoria – prosegue il comunicato -. Qualche considerazione in merito alla vicenda ‘Casa di Roma’, capitale di grande valore situato in una delle più lussuose zone di Roma: in 13 anni, invece di essere una risorsa per la cittadinanza del Comune, è probabilmente diventato un costo. La gestione del bene può essere considerata come molto insoddisfacente. ‘Ricostruire in Comune’ ha il compito etico e politico di porre domande. Vista la gestione dell’ultimo decennio, come saranno impiegati i futuri benefici della ‘Casa di Roma’? Quali progetti saranno finanziati? Qual è la visione di futuro dell’amministrazione Galli per uno dei Comuni più poveri d’Italia? Quanto ha perso il Comune di Roccalbegna dalla gestione del bene? A quanto potrà essere locato o venduto l’immobile rispetto al valore di mercato di oltre 1.200.000 euro del 2010, dato che il valore degli immobili, visto il grande periodo di crisi immobiliare, è enormemente crollato? Cosa avremmo potuto fare per il nostro territorio con quelle somme in questi 10 anni? Queste nostre domande, ad oggi, non hanno mai ricevuto una risposta convincente“.

“Ci auguriamo a questo punto che i 270.000,00 euro donati dal signor Cosci Valeriano, vincolati alla realizzazione di una casa per anziani a Cana, verranno gestiti in modo migliore di questa vicenda. Siamo preoccupati per il futuro della cittadinanza. Abbiamo appreso che l’amministrazione Galli ha deciso di investire il significativo trasferimento regionale a fondo perduto di 65.000,00 euro nella rivalorizzazione dei cimiteri comunali. La memoria dei nostri cari va rispettata. Ma ci chiediamo quali siano le prospettive di un Comune che investe sui morti e dimentica i vivi, i giovani, le mamme con figli piccoli, i piccoli imprenditori locali, i pensionati. Quello che più ci preoccupa, come al solito, è la totale assenza di visione del futuro, di investimenti sul lavoro e sulla produttività del territorio comunale, investimenti che consentirebbero ai piccoli imprenditori, commercianti ed agricoltori, di ripartire dall’immobilità causata dal Covid-19. Occorrerebbe sospendere le tasse per le attività imprenditoriali attualmente a regimi di lavoro ridotto, istituire investimenti ed incentivi per il turismo locale e la cooperazione, stimolare il mercato dei prodotti locali, senza demandare sempre sempre questo compito alle associazioni paesane – termina il comunicato -. Questo si chiede ad una buona amministrazione che saprà fare il proprio dovere per uscire dal baratro e lottare per una rinascita turistica ed economica dei nostri luoghi e di tutto il comprensorio amiatino“.

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