“Il problema delle predazioni continua ad affliggere gli allevatori, soprattutto nella nostra regione, al punto che sempre più spesso molti scelgono di cessare la propria attività per l’insostenibilità dei danni provocati dagli attacchi di lupi e ibridi. Da parte nostra, come Regione Toscana, non abbiamo mai sottovalutato la situazione e ci siamo mossi, anzi, da subito mettendo in campo azioni di prevenzione e mitigazione come le recinzioni e i cani da guardia; abbiamo fatto sentire la nostra voce in Europa ed ottenuto il superamento del regime de minimis per gli indennizzi così da garantire un risarcimento più adeguato agli agricoltori colpiti, ma non è ancora sufficiente, lo sappiamo bene. Per questo, più volte, anche con una lettera ufficiale, l’assessore Remaschi ha chiesto al Governo di approvare il Piano lupo nazionale nella sua interezza che permette di usufruire di tutti gli strumenti previsti dalla normativa, tra cui l’abbattimento controllato fino al 5%“.
Così Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Regione Toscana, illustrando la mozione presenta alla giunta regionale di cui è primo firmatario.
Il lupo, ritenuto alla soglia dell’estinzione nella seconda metà del secolo scorso, a partire dagli anni ’70 ha ricominciato progressivamente ad espandersi, ricolonizzando gli habitat storici della cresta degli Appennini e arrivando anche alle Alpi, risultato della buona gestione del territorio in termini di salvaguardia della biodiversità, ma anche della presenza importante di ungulati sul territorio. Nello specifico, in Toscana – come rilevato dall’indagine conoscitiva elaborata dalla Seconda commissione consigliare – che risulta la regione oggi più popolata dai lupi, dai 100 esemplari riscontrati negli anni ’90, si stima che la popolazione sia arrivata a 550-600 capi, ed in particolare: 109 gruppi riproduttivi (erano 72 nel 2013) dei quali svariati branchi ibridi (lupi non puri) che nell’ultima valutazione erano 22. Anche a causa della proliferazione di specie ibride, l’accresciuta presenza del lupo in Toscana ha comportato l’aumento degli episodi di predazione sul bestiame allevato: nell’ultimo triennio risultano oltre 1500 gli attacchi denunciati dagli allevatori, con conseguenti importanti per privati e aziende, spesso costrette a cessare l’attività a causa dei danni riportati;
“Dovrebbe essere obiettivo comune delle istituzioni cercare una soluzione che permetta di superare le criticità della predazione e preservare la specie del lupo in purezza, quella protetta, da ibridazioni, invece sembra che si prosegua nello stallo e addirittura adesso si rischi di fare passi indietro – prosegue Marras –. Solo qualche ora fa un nuovo teatrino dei ministri giallo-verdi: da una parte il Ministro dell’agricoltura che sostiene la linea a favore dell’applicazione di tutti gli strumenti disponibili, dall’altra il Ministro dell’ambiente contrario all’abbattimento selettivo. Con la presentazione di quest’atto voglio fare un vero e proprio appello, che sono certo la giunta regionale saprà interpretare al meglio attivandosi con i rappresentanti dei dicasteri interessati: dobbiamo occuparci di questo fenomeno in maniera efficace, risolutiva e soprattutto coordinata utilizzando tutte le possibilità che la legge prevede a partire da azioni di contrasto al randagismo (prima causa dell’ibridazione) per arrivare, solo nei casi in cui tutti gli altri tentativi non abbiano portato a risultati significativi, all’abbattimento controllato. Lo dobbiamo ai tanti allevatori che ci chiedono quotidianamente tutele serie e concrete, non facili soluzioni, che non portano a nulla, o proclami ruffiani”.