“Anche la segreteria chiede gli atti e le informazioni che sino ad oggi non sono stati concessi con risposta scritta dall’Istituto Falusi dal consigliere Mauro Lorenzini, nonostante le numerose richieste che si sono succedute da novembre 2017, l’ultima delle quali è datata 3 aprile 2018“.
A dichiararlo, in un comunicato, è la segreteria provinciale della Federazione del Pci di Grosseto.
“Così il Pci ha deciso di chiedere ancora al direttore del Falusi con una nota di accompagnamento quegli atti e quelle informazioni che ad oggi non hanno avuto risposta – continua il comunicato –. La nota è stata inviata al sindaco Giuntini e ai consiglieri comunali di Massa Marittima perché ne siano informati ed espletino la vigilanza e il controllo che competono al loro ruolo come ente ove ha sede legale l’Istituto e lo eserciti secondo quanto previsto dalla Legge regionale 43/2004. La segreteria del Pci di Grosseto esprime la propria preoccupazione poiché, sebbene vi siano in vigore precise norme sulla trasparenza, approvate dal Governo a guida Pd, ultima quella del Decreto Foia. Queste norme secondo il Pci continuano ad essere ignorate con una metodologia che teorizza a parole un confronto aperto e trasparente, ma che nella realtà decide con arroganza su tutte le questioni che incidono sulle comunità locali escludendo nei fatti la trasparenza sull’attività della pubblica amministrazione“.
“A dimostrazione di questo la segreteria del Pci vuole ricordare che nel consiglio comunale del settembre 2017 venne annunciata dal sindaco la convocazione della competente commissione consiliare per valutare e monitorare la situazione dell’Istituto – spiega la nota -. Bene, siamo a giugno del 2018 e, almeno sino ad oggi, non risulta nessuna convocazione di commissione, o informativa, sullo stato dei conti del Falusi. Certamente ci verrà messa una toppa, ma il fatto che le notizie informali che ci vengono date sullo stato dei conti del Falusi non sono rassicuranti come invece sembravano nel preconsuntivo di novembre 2017. Si parla infatti di un debito di 90mila euro, sul quale il Consiglio comunale, nonostante le sollecitazioni, dovrà prendere atto. Questo è il modo di agire di una politica che riversa i problemi sui lavoratori e sui cittadini facendo pagare in termini di servizi le difficoltà del momento“.
“Dal canto suo la segreteria del Pci, nel caso si perseveri ancora nel negare le risposte, intraprenderà tutte quelle azioni di tutela previste dalle norme presso le autorità competenti, per un comportamento omissivo ed autoritario, che nega la trasparenza e le informazioni che chi gestisce beni pubblici deve fornire – continua il comunicato -. Il Pci vorrebbe evitare questo perché significherebbe far risolvere in sede giuridica questioni politiche e istituzionali sulle quali il Pci da oltre un anno ha avanzato proposte costruttive e richiesto, in più occasioni, un confronto. Tutto questo è stato ignorato e negato e se la logica è quella di passare sopra tutto e tutti la segreteria del Pci non vede altre strade da percorrere se non quelle previste dalle norme”.
“La segreteria del Pci invita quindi il direttore e gli organi istituzionali ad accogliere la richiesta di informazioni e atti, non farlo sarebbe un’inutile prova di forza che andrebbe solo ed esclusivamente a svantaggio della trasparenza e ragionevolezza anche perché se, come è stato più volte ribadito ufficiosamente sui media – termina la nota –, tutto è a posto perché nasconderlo?“.
