“170mila anime in un’area vasta compresa in 20 comuni dove la Asl e i comuni più grandi la faranno da padroni“.
Marco Barzanti e Luciano Fedeli, della segreteria provinciale del Pci di Grosseto, commentano la nascita del nuovo Coeso.
“È così che finisce il decentramento che la Regione Toscana aveva avviato nel territorio per un ‘avvicinamento’ dei servizi alle comunità locali, per rendere sindaci e territori protagonisti nelle scelte di salute che riguardano welfare e servizi socio – sanitari dei cittadini – spiegano Barzanti e Fedeli -. Evidentemente la schizofrenia dilaga e quello deciso ieri e non ancora a regime, oggi viene clamorosamente smentito dalle decisioni assunte. Con questa operazione si mettono ancora più a rischio i servizi, soprattutto nei piccoli comuni, che conteranno tra l’1 e il 3%, ed a farne le spese saranno i cittadini e i territori marginali“.
“Una scelta che deriva dal diktat della Regione Toscana e dall’assessore Saccardi, che ha scavalcato le istituzioni locali perché nei consigli comunali non si è discusso e deliberato nulla e vuole farci credere che tutto sarà più vicino e funzionale alle comunità locali – continuano Barzanti e Fedeli -. Tutto questo è frutto di decisioni maturate nelle stanze dei bottoni da chi preme mantenere ferma la regia non di un governo efficace nella qualità, accesso e universalità dei servizi per chi ha bisogno ma, e soprattutto, a vantaggio delle formule di potere per garantirsi il ruolo di egemonia politica. Piani razionali e di miglioramento sui servizi sociali, sui consultori per donne e giovani, sui disagi psicologici e psichiatrici, sulle dipendenze, sulla casa, sui minori non esistono, così come da anni sono fermi gli investimenti finanziari dello Stato, della Regione e dei comuni con un depotenziamento anche del personale addetto“.
“È così che funziona ed è questa la politica: costruire strutture faraoniche con amministratori che si ritrovano in riunioni condominiali e nominare mega dirigenti lontani dalle situazioni reali delle comunità locali dimenticandosi di chi non ha risorse per vivere dignitosamente il quotidiano, di chi ha un anziano o un disabile da accudire, di chi entra nel tunnel della psichiatria o delle dipendenze – sottolineano Barzanti e Fedeli -. Le promesse del recente passato sono ferme, basta ricordarne una per tutte: le Case della salute annunciate da anni che dovevano essere già in funzione che fine hanno fatto e perché non esistono? La risposta che ci dicono politici e dirigenti è semplice: prima si definiscono gli assetti istituzionali poi i servizi. Intanto si privatizzano i Cup ed i servizi delle Rsa, si favorisce l’intramoenia per abbattere le liste d’attesa, si aumentano i ticket sanitari ecc… ecc…. Il problema è che questi assetti non si definiscono mai perché legati troppo strettamente a quelli politici ed istituzionali che cambiano ad ogni tornata elettorale“.
“La priorità è garantirsi le formule di potere ed avere assetti funzionali al potere con mega direttori al servizio di una politica sempre più deviata e lontana dai bisogni delle persone – terminano Barzanti e Fedeli -. Così come nelle migliori società a disposizione del mercato chi vuole servizi e se lo può permettere se li paga e chi invece non può permetterselo si deve arrangiare. Così quei principi dettati dalla Costituzione, che si è tentato vanamente di stravolgere, esistono sempre, ma non si applicano perché è così che si vuole funzioni questo Paese demolendo e non attuando quanto di buono c’è“.