“In questi giorni, in Regione Toscana Enrico Rossi e la sua maggioranza in Consiglio regionale tenteranno di dare il colpo di grazia al Sistema sanitario regionale approvando una specie di legge truffa solo ed esclusivamente per impedire ai cittadini di esprimersi democraticamente con un referendum”.
A dichiararlo è Marco Sabatini, coordinatore provinciale di Sel.
“Questo sarebbe l’atto finale di politiche che vengono portate avanti da almeno quattro anni e che hanno prodotto i numerosi disservizi di cui gli utenti per primi ne sono testimoni (tagli posti letto, liste di attesa, ticket elevati) e che rischiano nel prossimo futuro di compromettere definitivamente anche l’esistenza di un servizio ospedaliero degno di questo nome in molte parti della Maremma – spiega Sabatini -. Un esempio evidente riguarda l’ospedale di Orbetello ed alcuni reparti ‘critici’, come ad esempio quello della rianimazione. Dalle nostre informazioni in questo reparto si sono ridotte nell’arco degli ultimi tre anni, di un 30-40% sia le risorse economiche a disposizione che quelle umane, rendendo di fatto impossibile lavorare in sicurezza e obbligando gli operatori a un surplus orario in maniera costante da troppo tempo, senza la concessione di un adeguato riposo, tra l’altro sancito anche dalla direttiva europea 88/2003 sull’orario di riposo e di lavoro dei dipendenti del Ssn in vigore dal 25 novembre”.
“Se queste informazioni come crediamo sono veritiere vorremmo capire perché si continua a strozzare e ad asfissiare un presidio fondamentale per un intero territorio e i lavoratori che ci stanno dentro, aumentando i rischi per tutti: operatori e pazienti. Il ridimensionamento di un reparto strategico come la rianimazione, strettamente collegato alla chirurgia, all’ortopedia ed alla medicina, significa di fatto chiudere l’ossigeno all’ospedale di Orbetello – conclude Sabatini -. A questo punto chiederemo nelle sedi opportune lumi su questa situazione ed in generale sul futuro dell’ospedale di Orbetello. Se si vuol prendere una decisione drastica, cioè la chiusura del presidio o un suo ridimensionamento, come del resto auspicherebbe il centrodestra che, a differenza nostra, è sempre stato contrario alla sanità pubblica, si dica chiaramente, senza giocare con la salute dei cittadini. E ribadiamo ancora una volta: se la Regione è sicura della bontà delle proprie riforme in ambito sanitario, si fermi e ci permetta di esprimerci con il referendum. Chi si nasconde sbaglia sempre”.