Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato del Movimento Cinque Stelle di Grosseto:
“L’abbiamo già detto più volte pubblicamente che una legge, quando promulgata, è legge dello Stato e, come tale, va rispettata.
Nella recentissima conferenza sulla sicurezza urbana, organizzata dall’associazione Boulé, tenuta presso l’aula consiliare, presente anche il vicesindaco Borghi, abbiamo sottolineato con forza i poteri del sindaco in materia, specie l’istituto dell’ordinanza sindacale, ed in quali frangenti deve essere adottata. E siccome noi di sindaci in provincia ne abbiamo tanti, li abbiano sollecitati anche ad agire in maniera sinergica, in modo che i casi non siano ‘spostati’ in altri comuni, ma risolti.
Ben venga, quindi, il ripensamento che certamente fa onore al sindaco il quale, dopo aver tacciato il M5S di demagogia quando parlava di rispetto e di attuazione della legge vigente, riconosce finalmente che al degrado sociale vi possono essere soluzioni. Ma perché proprio ora? Perché si è perso tutto questo tempo? Che forse le vicine elezioni comunali inducano ad agire più prontamente per far colpo sull’elettorato? Se così fosse non possiamo non coglierne l’opportunismo che detta l’agenda del Comune sotto la spinta partitica.
Attenzione però. Il M5S ha già più sottolineato che l’ordinanza non è la panacea di tutti i mali che hanno gettato la città nel degrado e nella insicurezza; è uno strumento tampone. La sicurezza urbana è una sicurezza situazionale, ossia della situazione, che va coordinata con la sicurezza sociale, senza la quale i problemi permangono. E la socialità è materia propria del sindaco. Questo è il suo compito, forse oggi primario.
Il cittadino si trova in una società più articolata ed eterogenea. Gli approcci sbrigativi da parte delle istituzioni locali non forniscono soluzioni che, invece, risiedono nel miglioramento della sorveglianza formale, di mediazione dei conflitti sociali e culturali in presenza di più etnie, di attenzione dei soggetti esposti ai fenomeni di devianza, di ausilio alle vittime dei furti e dei reati in genere, di riqualificazione e gestioni utili degli spazi pubblici e dei centri cittadini.
Ma sono necessari anche altri raccordi: quello sulla incolumità pubblica, ossia ‘l’integrità fisica della popolazione’, e quello attinente alla prevenzione dei reati, come l’odioso furto nelle abitazioni, devoluto per legge alle autorità statali, entrambi voluti dal legislatore, in particolare quest’ultimo raccordo, contemplando la presenza permanente del sindaco capoluogo, quale Ufficiale di governo, al Comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto. Luogo dove il sindaco è stato esortato a svolgere appieno la sua funzione, come comprimario, chiedendo, in primis l’adozione, nei casi previsti e sono tanti, delle misure di prevenzione di competenza del Questore. Nuovi metodi di concertazione e cooperazione istituzionali volti ad assicurare una sicurezza realmente integrata attraverso anche la partecipazione del cittadino alla vita organica della ‘politica’ e non di sottrarlo ad essa.
Molte sarebbero dunque le cose da fare, ma ormai Bonifazi non ha più tempo perché ne ha perso molto, troppo. Ha sempre poggiato la sua azione, scaricando sul cittadino responsabilità istituzionali (come nella pubblicazione del Regolamento sulla polizia urbana, un manuale di ‘buone pratiche’) e secondo codici preordinati, lasciandolo in mezzo ai guai anziché coinvolgerlo pragmaticamente per coglierne difficoltà e disagi.
Così sulle farmacie, così sulle società partecipate, adesso anche sulla sicurezza, il Comune non può fare a meno di dare piena attuazione ad indirizzi e soluzioni un tempo respinte sol perché proposte dal Movimento 5 Stelle, la cui presenza attiva sta certamente lasciando un segno indelebile in questa sua prima consiliatura”.