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Nuove Province, Cgil: “Caos istituzionale, a rischio migliaia di lavoratori”

di Redazione
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Claudio Renzetti, segretario generale della Cgil di Grosseto:

Il Governo si accinge a fare approvare una Legge di stabilità che contiene tanti punti oscuri. Nessuna misura per la crescita e per la buona occupazione. Non si decide di incidere sui veri sprechi e privilegi e di colpire con forza i veri mali del Paese: evasione fiscale, corruzione e illegalità diffusa.

In questa incapacità della politica nazionale di decidere di cambiare verso, le Province e, con loro, cittadini e lavoratori continuano a pagare un prezzo altissimo con il rischio concreto di dissesto finanziario.

Lo stesso Governo che, non più tardi di otto mesi fa, ha approvato la legge di riordino del sistema istituzionale, oggi la uccide con la Legge di stabilità, imponendo alle Province tagli lineari insostenibili. 

Si può dire che siam ben oltre il famoso detto ‘La mano destra non sa che cosa fa la sinistra’. Qui la stessa mano prima approva una riforma propagandandola come svolta epocale e pochi mesi dopo crea le condizioni perché  fallisca.

Fin dagli inizi la Cgil si è dichiarata scettica. Pur convergendo sulla necessità di riforme che migliorassero il rapporto tra stato e cittadino, ci vedeva contrari un’operazione di facciata utile solo alla politica per rispondere al vento dell’anticasta, ma molto pericolosa nei fatti, perché confusa e perché già allora si intravedevano rischi di caos istituzionale e di messa a rischio della tenuta dei servizi e dell’occupazione.

Servizi, come la manutenzione delle strade o la gestione delle scuole superiori ed il trasporto pubblico locale, che sono fondamentali per il diritto alla sicurezza, alla mobilità e all’istruzione di intere comunità.

Che l’obiettivo della politica nazionale fosse ben altro che riordinare il sistema delle istituzioni locali lo dimostrano i fatti di questi giorni: i tagli di un miliardo nel 2015, che salgono a due nel 2016 e tre nel 2017, che la Legge di stabilità prevede per le Province. 

È importante che i cittadini comprendano che i tagli lineari faranno saltare le condizioni minime per mantenere le strade e la loro messa in sicurezza, per fare manutenzione degli edifici scolastici e per l’investimento su laboratori e acquisto di arredi, per mantenere i collegamenti degli autobus rispetto alle tante zone già disagiate e distanti dal capoluogo.

In questo quadro, sempre più delicata diventa la situazione delle di lavoratrici e dei lavoratori delle Province, ma di lavoratrici e lavoratori degli appalti, dell’indotto e dei precari perché la Legge di stabilità in discussione e gli emendamenti presentati creano artificiosamente le condizioni per mettere in esubero decine di migliaia di lavoratori, per rendere impossibile il rinnovo dei contratti di appalto delle aziende di pulizia e dei precari, determinando un pesante impatto su questi lavoratori e anche su quelli occupati nelle aziende partecipate legate al sistema delle Province.

Anche per le Province il rischio è quello contenuto nella riforma del mercato del lavoro e cioè che l’idea di riformare passi attraverso la perdita di posti di lavoro.

Per questo, non esiteremo a percorrere tutte le azioni di lotta, a partire dallo sciopero generale, per continuare con le azioni unitarie già in programma il 15 a Firenze e la mobilitazione nazionale di martedì 16 dicembre. Ma se questo non dovesse bastare, per sostenere i servizi e per difendere i posti di lavoro, siamo pronti ad occupare le sedi delle istituzioni provinciali, tenendo uniti lavoratori delle Province, precari e addetti delle ditte private e delle partecipate che lavorano sugli appalti affidati dalla Province”.

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