Fabrizio Rossi, Capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Grosseto, commenta l’approvazione del Regolamento urbanistico da parte del Consiglio comunale:
“Abbiamo confermato in Consiglio comunale, quale gruppo di Fratelli d’Italia, il nostro voto contrario al regolamento urbanistico, che lo si ricorda, è costato all’ente solo per incarichi esterni quasi 1.400.000 euro.
Pur essendo entrato nelle mie funzioni soltanto a regolamento urbanistico ‘adottato’ nel giugno 2011, il mio contributo è stato costruttivo e mai dettato da interessi particolari. Miei gli unici due emendamenti accolti da tutto il consiglio, a fronte dei 50 presentati a dicembre 2012.
Abbiamo studiato a fondo le problematiche introdotte dalle osservazioni portate dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Grosseto e dalle associazioni di categoria, in particolare Ance, Collegio dei geometri, Ordine degli ingegneri e degli architetti e dalle altre associazioni. Alla luce degli studi e delle commissioni alle quali abbiamo assiduamente partecipato ne emerge un dato politico di estrema gravità che ho sottolineato in consiglio.
‘L’adottato” e ‘l’approvato’ sono profondamente diversi.
Vi è più di un sospetto che abbiamo denunciato all’opinione pubblica in varie occasioni.
La prima adozione risale al marzo 2011 in piena campagna elettorale, nella quale Bonifazi cercava la conferma e, puntualmente, venivano collocati nel regolamento progetti bandiera e promesse elettorali di volumetrie e dimensionamenti fuori misura. Eccessivo consumo di nuovo suolo, dimensionamento oltre misura per il primo regolamento, progetti faraonici che ‘puntualmente’ la Regione Toscana con le altre osservazioni non mancavano di contestare e cassare.
Più di un sospetto sovviene quando in 4^ commissione il prof. Gorelli ebbe a confermare che le osservazioni ti tale portata erano ‘ampiamente preventivate’. Forse quando si mette in opera un atto di governo del territorio si può preventivare qualche erroretto, non certo di sbagliare completamente sui fondamentali principi ispiratori della LRT. 1/2005.
Agli osservatori politici più attenti non può sfuggire la ‘tempistica politica’ con la ‘doppia versione’ del regolamento (adottato nel 2011, approvato nel 2013), rispettivamente adottato prima delle elezioni amministrative del 2011 e pesantemente modificato se non riformulato al ribasso, dopo aver il centrosinistra comunque intascato la riconferma alla guida di questo Comune.
Solo alcuni esempi: sparito il dormitorio pubblico dai progetti Piuss perché individuato in area di invarianza strutturale, sparita la Pilt, sparito il centro degli Etruschi, sparita l’università a Grosseto (nelle linee programmatiche c’era scritto potenziamento), trasferita la Chelliana alla Cittadella dello studente. Queste solo alcune delle cose promesse o sbandierate in campagna elettorale, poi ritrattate, scomparse o modificate anche negli atti del regolamento urbanistico.
Sappiano da quanto tempo i cittadini aspettavano questo atto amministrativo e siamo consapevoli che comunque non sarà la panacea di tutti i mali economici di Grosseto. Condividiamo con la maggioranza solo la speranza in un futuro migliore per la nostra città e un po’ di vivacità economica in una realtà ampiamente depressa.
La vera valutazione finale sul regolamento urbanistico dopo tanti anni di maturazione, la daranno soltanto gli operatori dei settori interessati, in primis i cittadini di Grosseto, gli ingegneri, i geometri, gli architetti e gli imprenditori, insomma coloro che dovranno destreggiarsi con questo strumento urbanistico, non al passo coi tempi attuali e con le odierne esigenze della città”.