Home Colline Metallifere Venator, la Cisl: “Servono risposte rapide per evitare che si fermi la produzione”

Venator, la Cisl: “Servono risposte rapide per evitare che si fermi la produzione”

"Individuare la fattibilità del progetto di stoccaggio dei gessi rossi presentato dall'azienda è fondamentale per il futuro dei lavoratori"

di Redazione
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Scarlino. “Sulla vicenda Venator, e sul futuro dei lavoratori dell’impresa e dell’indotto, quello che ci preoccupa maggiormente è il fattore tempo“.

A lanciare l’allarme sono Katiuscia Biliotti, segretaria generale di Cisl Grosseto, e Gian Luca Fè, segretario di Femca Cisl Grosseto.

“Ormai da mesi, da quando Venator ha ridotto le linee di produzione e attivato la cassa integrazione, stiamo vivendo una fase di stallo – continuano Biliotti e Fè -, in cui i lavoratori stanno perdendo una parte importante del reddito: se non si trovano soluzioni rapide per individuare un altro sito di stoccaggio dei gessi rossi, si rischia lo stop della produzione”.

Biliotti e Fè sottolineano come: “Dobbiamo ricordare che, una volta fermato il processo produttivo, sarà molto difficile riavviarlo, anche perché la Venator è una multinazionale, attiva in diverse parti del mondo, e potrebbe decidere di spostare la propria produzione, abbandonando il Polo chimico di Scarlino”.

I progetti alternativi alla cava di Montioni sono già stati presentati da Venator alla Regione Toscana. “Ci auguriamo che queste tempistiche – ricordano Biliotti e Fè siano accelerate e che prima del termine ultimo l’azienda possa conoscere l’esito delle proprie istanze, per scongiurare il blocco della produzione e salvare la situazione sempre più disperata di tanti lavoratori. La soluzione ipotizzata, di stoccare i gessi rossi a Scarlino, è a nostro avviso l’unica praticabile in questo momento per evitare il peggio”.

Alle istituzioni, quindi, va l’appello della Cisl:Chiediamo alla politica e agli organismi competenti di valutare più in fretta possibile i progetti proposti, ovviamente con il rispetto ambientale dovuto e tenendo conto della tenuta sociale di un territorio come il nostro che, da troppo tempo, soffre e vive nell’incertezza”.

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