“Con la fine del progetto di ripristino ambientale di Montioni previsto tra un anno, occorre individuare una nuova soluzione per lo stoccaggio dei gessi rossi prodotti nel ciclo di lavorazione del biossido di titanio, pigmento presente in innumerevoli prodotti di uso quotidiano”.
A dichiararlo, in una lettera aperta indirizzata alle istituzioni del territorio, è la Rsu aziendale di Venator.
“Il 4 marzo, in regione, la Conferenza dei Servizi dovrà esprimersi sulla proposta fatta da Accornero Srl per il ripristino della ex-cava di caolino di Pietratonda sita nel comune di Campagnatico – continua la lettera -. Gli studi tecnici e le indagini geologiche, a quanto ci risulta, confermano l’idoneità della scelta, inoltre l’esperienza ventennale acquisita dal ripristino effettuato nella cava di Montioni, che anche il presidente della Provincia ha avuto modo di visitare recentemente, dà ampie garanzie sulla sicurezza della soluzione scelta sotto tutti i punti di vista“.
“Per noi lavoratori sono di primaria importanza la tutela della salute e dell’ambiente sia internamente alla fabbrica, che all’esterno. Saremmo noi i primi ad opporci a soluzioni che comportino rischi, qualora fossero oggettivamente comprovati dagli enti preposti di controllo – continua la lettera -. Purtroppo è semplice creare allarmismi e timori nella popolazione con argomentazioni infondate, che sono state infatti puntualmente smentite da controlli approfonditi svolti sul sito di Montioni e dagli studi scientifici effettuati sul sito di Pietratonda. Sapete bene che la decisone che verrà presa a riguardo è di vitale importanza, in quanto se l’azienda non troverà il modo di ricollocare tali gessi, nel giro di un anno sarà fermata l’attività produttiva con tutte le conseguenze che ne scaturiranno, ovvero la perdita di moltissimi posti lavoro, con tragiche ripercussioni sia sociali che economiche per tutta la Maremma del nord“.
“Per questo chiediamo alla politica un’assunzione di responsabilità per individuare una soluzione che garantisca salute, ambiente e lavoro e che sia immediatamente attuabile, visti i tempi ristretti a nostra disposizione – termina la lettera –. Vi chiediamo quindi di farvi promotori affinché i processi di valutazione e autorizzazione seguano un percorso basato su considerazioni tecniche e oggettive e non sugli umori e le paure che sono fin troppo facilmente influenzabili e manipolabili”.