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Sib: “Balneari, no alle evidenze pubbliche per le attuali imprese”

di Roberto Lottini
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Si è svolto il 10 ottobre a Roma, dopo la manifestazione dei balneari di Senigallia, l’incontro promosso dal ministro Piero Gnudi con Regioni, Province, Comuni e rappresentanti delle varie forze politiche e rappresentanti dei Sindacati del settore balneare. Il Sib Grosseto era presente con i suoi rappresentanti.

L’incontro, promosso per un confronto sulla bozza di Decreto legislativo in tema di concessioni demaniali marittime a cui il Governo sta lavorando, ha rafforzato i timori dei balneari. L’esecutivo ha infatti confermato, attraverso il suo Ministro, che le procedure di evidenza pubblica inizieranno anche per le attuali imprese balneari.

Il Sib, insieme alle altre sigle sindacali presenti, ha espresso tutto il proprio disappunto: “Questo provvedimento – afferma il presidente provinciale Walter Marettise confermato nei fatti vedrà il dissolvimento di 30 mila imprese, di altrettante famiglie e di oltre 300 mila lavoratori del comparto balneari, con ricadute tragiche, perché di tragedia si tratta, sull’intero sistema turistico italiano. I politici devono darci delle risposte, siamo stanchi di assistere a discorsi e promesse che non trovano riscontro nei fatti reali”.

“Abbiamo chiesto al Ministro la reale riapertura del tavolo tecnico – continua Maretti -, proprio per individuare soluzioni idonee volte ad evitare che le attuali imprese turistico-balneari siano sottoposte a procedure di evidenza pubblica a partire dal primo gennaio 2016. Deve essere riconosciuta la straordinarietà, e le peculiarità, del sistema balneare italiano. Continueremo a incalzare il Governo finché non avremo delle risposte tranquillizzanti e definitive su questo problema.”

“Che sia possibile un’altra via – conclude il presidente provincialelo testimonia anche il fatto che in Francia e in Spagna le concessioni hanno durata rispettivamente di 90 e di 75 anni: non capiamo quindi perché la stessa cosa non possa essere riproposta nel nostro Paese. La specificità delle imprese del nostro territorio va salvaguardata. E non è certo con la Direttiva Europea che potremo dirci salvi dalla perdita di un simile patrimonio”.

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