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La Camera di Commercio analizza i dati relativi ai consumi

di Cristina Zammataro
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I ricercatori dell’Osservatorio regionale sul commercio hanno presentato nei giorni scorsi a Firenze, alla stampa ed ai rappresentanti dell’associazionismo di categoria,  i risultati dell’indagine congiunturale del settore commercio in Toscana relativa al periodo aprile – giugno 2012. I dati, a livello provinciale, sono stati analizzati a cura dell’ufficio studi della Camera di commercio di Grosseto e sulla base delle disaggregazioni compiute, sono stati effettuati degli approfondimenti. Il presidente della Camera di Commercio di Grosseto Giovanni Lamioni ha rilasciato alcune brevi considerazioni inerenti al dato maremmano.

La spending review, la ripresa dell’inflazione, in particolare nel settore trasporti per la brusca impennata dei carburanti, la crisi dei redditi e le incertezze occupazionalispiega il presidente della Camera di commercio Giovanni Lamioni – manifestano pesantemente i loro effetti  sui bilanci familiari, riducendo notevolmente i consumi. Anche il settore commerciale della provincia di Grosseto subisce le pesanti conseguenze forse anche di più di quanto indicano gli stessi numeri. Il fatturato complessivo delle nostre imprese commerciali  infatti fa registrare un preoccupante -6,7% nel secondo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011. Un risultato mediano  tra i valori della Toscana (-6,0%)  e quelli nazionali (-7,5%). Anche le previsioni a breve, nonostante il periodo in oggetto sia proprio quello coincidente con la stagione turistica, non sono affatto confortanti. Ancora una volta un’amara conferma del grido di allarme che avevamo lanciato nei mesi passati sullo stato di salute del sistema economico provinciale e delle ripercussioni che sta subendo a causa di una crisi di estesa e prolungata portata.”

La persistente flessione delle vendite commerciali investe tutta l’Italia; in particolare il Sud registra addirittura un -11,7% mentre il Centro si attesta su un significativo -8,1% ed il  Nord contiene, la riduzione  del fatturato a -4 punti percentuali. Nemmeno la grande distribuzione, che pure fino a questi ultimi mesi si era contraddistinta per un particolare dinamismo, riesce a resistere agli effetti del calo dei consumi e fa registrare un non indifferente calo delle vendite sia a livello nazionale (-4,3% con punte del -6,9% nel Mezzogiorno) che regionale (-2,6%). In questo contesto generale anche la rete commerciale grossetana presenta dati che non si discostano sensibilmente  da quelli negativi rilevati  nelle ultime indagini indicando il rinnovarsi di una persistente situazione di crisi.

Nel periodo aprile – giugno 2012 il campione degli operatori commerciali della provincia di Grosseto dichiara nel complesso, rispetto allo stesso secondo trimestre dell’anno precedente, un deciso andamento negativo delle vendite negli esercizi al dettaglio (-6,7% a fronte di un ancor più pesante -8,6% riscontrato nel primo trimestre 2012). Rispetto al quadro regionale, disaggregato per i livelli territoriali provinciali,  Grosseto(-6,7%), si posiziona a metà classifica superata, in negativo, da Prato (-7,6%), Massa Carrara (-7,5%), Siena (-7,3%), Livorno (-7%) ed Arezzo (-6,9%). Da segnalare come, per la prima volta, per tutte le province toscane ed in tutte le distinte tipologie,  l’andamento delle vendite del commercio al dettaglio risulta negativo.

L’andamento della serie storica dei dati induce a rinnovare la considerazione che la crisi da congiunturale rischia di trasformarsi in strutturale. Per avere una pur indicativa dimensione del fenomeno in corso, così come nel commento del trimestre precedente, basta considerare la variazione tendenziale, relativamente al secondo trimestre, per il periodo dal 2005 ad oggi. Ebbene nei sette anni di riferimento si nota che il commercio di vicinato (la cosiddetta piccola distribuzione) ha visto ridurre di circa il 35% il proprio giro d’affari; la media distribuzione di quasi il 25%, mentre la grande distribuzione è riuscita, a fatica, a mantenere inalterato il proprio fatturato, incrementando di poco meno del 0,6% il volume di vendita. Relativamente alla sostanziale tenuta della grande distribuzione si rappresenta che il risultato è stato possibile soprattutto grazie ai valori positivi cumulati fino al 2008.

Il trend negativo sul territorio grossetano, risulta rinnovare la prolungata flessione  che, salvo rare eccezioni, ha interessato, pur con le dovute diversità, tutte le tipologie del commercio al dettaglio. Nel secondo trimestre 2012 la situazione più negativa si registra, a differenza del periodo gennaio – marzo, nella media distribuzione, 6-19 addetti, anche se la piccola distribuzione (1-5 addetti ) facendo registrare -8,0% non si discosta di molto. Così come in passato il settore che sembra “soffrire” di meno è la grande distribuzione, 20 e più addetti, dove il dato negativo passa da -3,7% dello scorso trimestre all’attuale  -2,1% risultando la metà del livello nazionale (-4,3%) e di poco inferiore alla media regionale (-2,6%) .

Nell’esaminare i dati relativi alla distinzione tra esercizi specializzati in alimentari e non alimentari, si rileva che il food, anche se non nella entità del trimestre precedente dove infranse il tetto del -10%, perde il 6% (-5,6% a livello regionale) mentre ancor più drammatica risulta la situazione del no food (-8,7% a fronte del -7,5% per la Toscana). Così come per le ultime rilevazioni l’unico dato positivo riguarda la performance delle vendite negli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+1,3% per Grosseto e +0,5% per la Toscana); anche in questo caso si tratta di una conferma della ipotesi di un marcato spostamento di clientela verso particolari tipologie di vendita.

Nel procedere alla ulteriore disaggregazione per il segmento degli esercizi specializzati non alimentari, si conferma per tutte le voci, nessuna esclusa, un quadro di sintesi preoccupante. I dati riportati nella tabella, ancorché non posizionati sui valori del passato trimestre, assumono entità rilevanti; in particolare il settore dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-10,6% per la provincia di Grosseto e -9,1% per la Toscana) e poi, nell’ordine, il comparto abbigliamento ed accessori con -8,4% (-8,2% in Toscana) ed infine la residuale voce degli esercizi no food classificata come altri prodotti non alimentari (in questa categoria rientrano, tra gli altri, i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria: -7,9% a fronte del valore medio della Toscana pari a -6,1%).

L’aumento del livello delle scorte di magazzino, conferma quanto più volte evidenziato a proposito delle accresciute difficoltà da parte delle varie tipologie di esercizi nell’affrontare l’effetto combinato della crisi dei consumi e della lenta ed inesorabile variazione dei comportamenti di acquisto dei consumatori. A tale proposito dall’indagine si rileva che il 76% degli imprenditori commerciali grossetani intervistati (80% in Toscana) ritiene che le giacenze di magazzino siano adeguate rispetto alle proprie esigenze, mentre il 21% (16% in regione) dichiara un esubero delle scorte  e soltanto il 3% (4% in Toscana) le ritiene scarse.

Il paradigma crisi economica-calo dei consumi in cui si dibatte ormai da mesi il Paese manifesta, inevitabilmente, le sue ricadute anche sul fronte delle aspettative a breve termine, facendo registrare, nonostante l’arrivo della stagione turistica, ancora valori negativi del clima di fiducia dei commercianti maremmani. Infatti le aspettative degli imprenditori per il periodo luglio – settembre 2012 contengono, nel complesso, un diffuso pessimismo; il saldo complessivo fra attese di incremento e decremento delle vendite è -13 (nell’ultimo trimestre era -20). In particolare risultano più preoccupate le imprese di minori dimensioni ed il settore no food; per queste due tipologie le previsioni per le vendite nel terzo trimestre del 2012 risultano ambedue negative e la differenza fra attese di incremento e decremento sia per gli esercizi di vicinato che per gli esercizi non alimentari che risultano, rispettivamente, pari a -18 e -22. Negative  anche le previsioni a breve per il settore della media distribuzione (saldo pari a -6); solo gli imprenditori degli iper, super e grandi magazzini fanno registrare un saldo con il segno più (+13).

Nel concludere la sintetica analisi delle risposte del campione spostiamo l’attenzione dal breve al medio termine ed a tale riguardo rileviamo che, la previsione verso il futuro non è poi per tutti negativa. Infatti da un esame dei dati relativi alla domanda sull’orientamento delle imprese circa l’evoluzione dell’attività nei prossimi dodici mesi si rileva che il 22% degli imprenditori grossetani prevede uno sviluppo dell’attività, il 66 % (era il 77% nell’indagine precedente) la stabilità mentre il 12 % la diminuzione (6% nel trimestre precedente).

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