Grosseto. In occasione del centenario della nascita di Alberto Manzi, che cade quest’anno, l’autrice Irene Blundo ne ricorda la figura poliedrica.
Maestro, scrittore, pedagogista, comunicatore, umanista, è conosciuto soprattutto per la trasmissione tv della Rai “Non è mai troppo tardi” (1960-68), in cui insegnò a milioni di italiani a leggere e a scrivere, e per il romanzo “Orzowei”, da cui fu tratta una serie televisiva. In realtà nella sua vita e nella sua narrativa c’è molto di più.
Nel libro “Il maestro scrittore. Alberto Manzi, una vita per gli altri”, la giornalista e scrittrice Irene Blundo si sofferma in particolare sulla trilogia dedicata al Sudamerica. Si tratta di situazioni vissute in prima persona da Manzi e che potrebbero sembrare a noi lontane, ma non lo sono affatto. La forza rivoluzionaria dell’educare a pensare e la conoscenza come strada per raggiungere libertà e giustizia sono quanto mai attuali in ogni parte del mondo. Il libro appartiene alla collana dei Millelire delle Strade Bianche di Stampa Alternativa di Marcello Baraghini, mitico editore all’incontrario. La copertina, che ricorda sia la lavagna del maestro che la vegetazione sudamericana, è opera di Claudio Scaia. Alberto Manzi è stato molto legato a Pitigliano, venne eletto sindaco nel 1994.
Il libro sarà presentato in anteprima giovedì 5 settembre alle 18 al Festival di letteratura resistente di Pitigliano, nell’area delle “ex macerie” (in caso di pioggia la presentazione si terrà all’interno della libreria Strade Bianche, in via Zuccarelli, nel centro storico di Pitigliano).