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Un tesoro in fondo al pozzo, come nelle fiabe. In questo caso, però, la realtà supera la fantasia e il tesoro nel pozzo è qualcosa di straordinario: una scoperta archeologica unica che ci racconta la Grosseto del XV secolo e che sarà la protagonista della mostra-evento 2019/2020 “Oltre il duomo. Il pozzo del vano ipogeo e le sue ricchezze”.
La mostra verrà inaugurata l’8 giugno e si concluderà il 2 febbraio 2020.
Una mostra diffusa sul territorio di cui ricostruisce la storia, in un percorso integrato tra Grosseto, Roselle e Alberese; organizzata dal Comune di Grosseto, è il risultato di un progetto decennale portato avanti dalla Diocesi e dalla Soprintendenza, che oggi, grazie alla collaborazione di più enti, si presenta finalmente alla comunità.
Tutto è cominciato con la scoperta, nel 2010, di un ambiente sotterraneo e di un pozzo di butto sotto la Cattedrale. Da qui lo scavo archeologico e l’eccezionale recupero di un contesto ricco e variegato in grado di restituire preziosissime informazioni sullo stile di vita e la quotidianità della Grosseto di XV secolo.
Il progetto è curato dall’architetto Barbara Fiorini ed è frutto di una rete straordinaria di enti, con il Comune di Grosseto capofila: la Diocesi di Grosseto, la Soprintendenza archeologia, beni culturali e paesaggio delle province di Siena, Grosseto e Arezzo, la Facoltà di Agraria dell’Università la Sapienza di Pisa, Fondazione Grosseto Cultura, la Facoltà di Archeologia di Siena (sede distaccata di Grosseto), la Società speleologica naturalistica maremmana, il Polo museale della Toscana, l’Ente Parco regionale della Maremma, Clarisse Arte, Terre regionali toscane, Promocultura oltre ad altri partners privati coinvolti fin da subito in questo straordinario evento.
Il luogo dove saranno raccolti tutti i materiali recuperati e restaurati è il Museo archeologico e d’arte della Maremma-Museo d’arte sacra della diocesi di Grosseto, contenitore perfetto per l’esposizione e la narrazione di tutti i reperti archeologici, faunistici e botanici rinvenuti.
Lo scopo della mostra non è soltanto quello di dare risalto all’unicità di questo recupero e del suo eccezionale valore storico, ma soprattutto restituire alla comunità un contesto ricco e importante che, dopo quello del Cassero nella Fortezza medicea e quello del progetto di archeologia urbana, vada ad arricchire ulteriormente, in una prospettiva innovativa e ancora inedita, i tratti di una Civitas.
La mostra, poi, esce dal museo e si sviluppa in un percorso che mette in rete diversi luoghi della città e del territorio.
La scoperta
Nel marzo 2010, durante le indagini preliminari per il restauro delle sacrestie del Duomo di Grosseto, fu scoperto un ambiente sotterraneo (ipogeo) quattro metri sotto l’attuale pavimento del coro. Una prima campagna di scavi svolta all’interno di questo vano portò al recupero di materiali di XVIII e XIX secolo.
Un anno dopo, l’apertura di un piccolo passaggio tamponato svelò una struttura circolare in mattoni, riempita da fango e materiale di diverso tipo: un pozzo di butto, ossia una antica discarica medievale. Allo straordinario rinvenimento seguirono ulteriori indagini archeologiche che permisero il recupero di tantissimi frammenti di ceramica di XIV-XV secolo, oltre a resti di pasto, piccoli preziosi, manufatti in osso, in metallo e in vetro: i protagonisti di questa mostra.
La cattedrale di San Lorenzo
Fu edificata a partire dalla fine del XIII secolo. Questa nuova costruzione andò a sostituire la chiesa battesimale di Santa Maria Assunta, attestata già dal 1015, che nel 1138 era diventata la nuova sede episcopale dopo la traslazione della Diocesi dalla vicina Roselle a Grosseto. Del progetto e della direzione dei lavori si occupò il senese Sozzo Rustichini. Il cantiere ebbe inizio nel 1294. La cattedrale è stata più volte restaurata e modificata nel corso dei secoli e oggi, dell’originale struttura trecentesca, rimangono solo due semicolonne nella controfacciata e alcune sculture. Il pozzo di butto sotto al duomo nasce con gli ampliamenti che la chiesa ha subito nel tempo, invece la presenza del vano ipogeo (ambiente sotterraneo), collegato al pozzo, è correlata alle modifiche subite dall’assetto urbano nel Trecento.
La storia dalla spazzatura
Nel Medioevo fu resa obbligatoria la costruzione di discariche, generalmente scavate in forma di pozzo, chiamate “butti”; qui gli archeologi possono trovare ogni genere di rifiuto: servizi da cucina, vasellame in ceramica, resti di cibo, minuterie, oggetti in osso, metallo e vetro; vere e proprie miniere di informazioni storiche stratificate. È il caso del pozzo di butto presentato in questa mostra, una struttura circolare profonda quasi dieci metri, realizzata in bozze di pietra squadrata e in mattoni, riempita da materiali che ci hanno restituito un’immagine precisa della vita cittadina di XIV-XV secolo.
Il percorso integrato
L’identità di una comunità si crea attraverso la consapevolezza delle proprie origini e del proprio contesto. Per questa ragione si è deciso di realizzare un percorso integrato, sulle orme dei pellegrini medievali, condiviso con il sito di Roselle, sede vescovile prima di Grosseto, dove la diocesi si trasferì nel XII secolo e con il sito dell’Abbazia di San Rabano che presenta molti spunti di contatto con il quadro storico e materiale ricostruito sulla base del butto grossetano e che lo stesso periodo nell’ottica del contado circostante la Civitas.
Le tappe del percorso: Grosseto: Museo archeologico e d’arte della Maremma, Cattedrale, Vano ipogeo, La via dei pozzi e delle cisterne, Museo di storia naturale della Maremma, MuseoLab, Giardino dell’Archeologia;
Roselle: area archeologica;
Alberese: Centro visite del parco e abbazia di San Rabano (presso il Parco regionale della Maremma).
Il programma dell’inaugurazione
La mostra sarà inaugurata sabato 8 giugno, alle 18, al Museo archeologico di Grosseto. Seguirà un aperitivo.
Quindi, al Giardino dell’Archeologia, in via Ginori 43, è in programma una performance musicale jazz del Sergio Rizzo trio, feat. Stefano “Cocco” Cantini.
Infine, al Museo di storia Naturale della Maremma, intorno alle 22.30, è in programma un approfondimento sui principali ritrovamenti faunistici e vegetali all’interno del pozzo quattrocentesco oggetto della mostra, a cura del direttore del museo Andrea Sforzi; durante l’incontro verrà offerta una degustazione di tisane speziate, a cura della caffetteria Soldati.
Nella foto in basso: il pozzo di butto, in corso di scavo
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