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Venerdì 20 marzo, alle 21, al teatro parrocchiale di Albinia, la compagnia grossetana del Teatro Studio mette in scena “Tre pezzi cento lire”, uno spettacolo di teatro popolare tratto dall’omonimo testo di Luciana Bellini, edito da Effigi Edizioni e che racconta l’avvento della plastica i Maremma.
L’adattamento del testo e la regia sono a cura di Mario Fraschetti.
Lo spettacolo
“Tre pezzi cento lire” ripercorre con arguzia e semplicità un periodo cruciale della nostra storia, i primi anni ‘50, l’avvento della plastica, degli elettrodomestici, del benessere apparente, che ha cambiato volto alla società. Ci sarà da ridere teneramente, ma non si potrà fare a meno di cogliere un’amara analisi, che ora più che mai mostra i risultati di scelte scellerate.
L’intento di mettere in scena una storia dialettale e contadina non è soltanto per un moto di dovuta simpatia, ma ha una precisa esigenza politica e civile: “…si potrebbe dire che la poesia dialettale è un paesaggio notturno colpito a un tratto dalla luce. per quanto mediocre essa sia… pone sempre di fronte a un fatto compiuto, con tutta la fisicità di una nuvola o di un geranio” (Pier Paolo Pasolini in “Scritti corsari)”.
Lo spettacolo vede confluire al suo interno altri acquerelli tratti da diversi testi di Luciana Bellini (“Racconti raccontati”, “La capitana”, “La terra delle donne”) e attinge all’introduzione, a cura di Antonello Ricci, e al “ritrattino” dell’autrice che ha composto in prosa Corrado Barontini.
Il cast
Gli interpreti sono Enrica Pistolesi, Luca Pierini, Cosimo Postiglione, Daniela Marretti, Mirio Tozzini, Beatrice Solito; la regia dei movimenti e gli oggetti di scena sono a cura di Valeria Petri