E’ stato arrestato all’alba di ieri il quinto e ultimo componente della banda che il 3 agosto del 2010 ha compiuto una rapina ai danni di una filiale del Monte dei Paschi, a Capalbio Scalo, sfociata in un conflitto a fuoco nei pressi di Santa Liberata, nel comune di Monte Argentario.
Si tratta di un rumeno di 25 anni, fermato dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Capalbio nella sua abitazione di Trevignano Romano, in provincia di Roma. L’uomo è accusato di essere il basista del colpo e di aver fornito il supporto logistico agli altri malviventi.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo a quel pomeriggio del 3 agosto di quasi tre anni fa.
Intorno alle 15, scatta l’assalto alla filiale del Monte dei Paschi di Capalbio Scalo.
Due uomini entrano dentro la banca, armati di taglierini e pistole semiautomatiche, mentre altri due attendono fuori. I banditi bloccano la cassiera, a cui rubano le chiavi dell’auto, il direttore della filiale e due clienti dell’istituto di credito. Dopo aver preso il malloppo, fuggono sulla Punto della cassiera e dopo alcuni chilometri raggiungono la loro macchina, una Rover.
I quattro abbandonano la Punto e salgono sull’altra vettura; intanto il basista è fuggito per conto proprio a bordo di un altro mezzo, in direzione di Trevignano Romano. L’uomo viene fermato dalla Polizia per un normale controllo a Grosseto, ma viene lasciato andare perché non ha elementi che possano destare sospetti.
Nel frattempo scatta l’allarme, i carabinieri sanno che i banditi sono in quattro. A Santa Liberata un’auto dei militari intercetta una Rover con quattro persone a bordo. Le forze dell’ordine si insospettiscono e intimano l’alt. L’auto non si ferma, comincia il conflitto a fuoco: venti i colpi esplosi dai banditi, almeno sei quelli partiti dalle pistole dei carabinieri.
I rapinatori bloccano un passante e gli portano via l’auto, una Fiesta grigia che verrà ritrovata a Porto Santo Stefano, ma sulla Rover perdono un documento d’identità: appartiene ad un romeno. A Porto Santo Stefano il territorio viene presidiato e i luoghi frequentati dai romeni setacciati. In poco tempo i presunti autori del colpo vengono fermati. Manca un complice che verrà bloccato nella notte.
Gli arrestati sono Simone Bernardi, 36 anni, residente ad Aprilia (Roma), Massimiliano Farroni, 41 anni, residente a Pomezia (Roma), Stefan Cusnir, 23 anni, romeno, domiciliato a Roma e Paul Emiliano Surleanu, 29 anni, romeno, residente a Porto Santo Stefano.
I primi due sono accusati di essere gli esecutori materiali del colpo, il terzo avrebbe fatto il palo e il quarto avrebbe svolto il ruolo di basista. I primi tre, accusati di rapina e tentato omicidio, sono stati scoperti all’interno di un’abitazione di Porto Santo Stefano. Surleanu, accusato solo di favoreggiamento, una volta saputo che i complici erano stati presi, si è costituito.
I carabinieri hanno recuperato i 61.500 euro portati via dalla banca, sequestrato tre pistole (due calibro 7.65 e una calibro 9) con matricola abrasa e due ricetrasmittenti utilizzate dai rapinatori per comunicare tra loro.
Dopo il processo, Cusnir è stato condannato a 8 anni e mesi di reclusione. Evaso il 14 gennaio 2012 dal carcere di Regina Coeli, è stato riacciuffato un mese dopo.
Anche Farroni è stato condannato a 8 anni e 8 mesi, stessa pena per Bernardi, mentre Surleanu deve scontare sei anni di reclusione.
Il giovane rumeno arrestato ieri abitava nello stesso palazzo di Trevignano Romano in cui risiedevano anche gli altri due stranieri della banda. L’accusa nei suoi confronti è rapina a mano armata e tentato omicidio e adesso si trova nel carcere di Civitavecchia.