Grosseto. “‘È fatto divieto a chiunque, nell’esercizio di qualsiasi attività, lavorativa o meno, di produrre esalazioni moleste verso luoghi pubblici o privati’; lo sancisce il Regolamento di Polizia urbana del Comune di Grosseto all’articolo 20, attribuendo al Corpo di Polizia Municipale la responsabilità di accertarne le violazioni e sanzionare i responsabili”.
A dichiararlo, in un comunicato, è il comitato Grosseto Aria Pulita.
“Eppure i cittadini di Grosseto continuano a denunciare, giorno dopo giorno, odori molesti che essi stessi indicano provenire dalle attività di alcuni impianti a biogas, come da tempo chiarito sia dal Comune che dalla Regione Toscana. Solo negli ultimi giorni sono decine i messaggi ricevuti dal comitato Grosseto Aria Pulita e pubblicati dai cittadini sul web – continua la nota –. Perché l’amministrazione comunale di Grosseto non fa rispettare il proprio regolamento? Quanti controlli e quante sanzioni ha erogato nel tempo il Corpo di Polizia Municipale? Gli impianti a biogas sono dei bruciatori di gas generato dalla putrefazione di sostanza organica che generalmente deriva in misura prevalente da scarti agroindustriali. Complessivamente, gli otto impianti a biogas di Grosseto hanno la capacità di emettere alcune centinaia di tonnellate di gas di scarico ogni 24 ore, da camini alti pochissimi metri e con una ricaduta massima nell’arco di pochi chilometri. Generalmente, le locali condizioni atmosferiche fanno sì che i momenti in cui l’odore si percepisce maggiormente siano le ore serali, notturne e del primo mattino. Spesso, di notte, la città viene interessata da una leggerissima brezza da est”.
“Fonte dei cattivi odori possono essere in alcuni casi gli impianti stessi, alcuni dei quali presentano delle vasche prive di coperture, nonostante le prescrizioni date in fase di autorizzazione. In altri casi, il cattivo odore può provenire dalla distribuzione del materiale organico in uscita dagli impianti – sottolinea il comitato –.In questo periodo molte persone hanno visto distribuire nei terreni agricoli prossimi alla città il nauseante digestato in uscita dagli impianti, attraverso autocisterne ed altri sistemi di distribuzione. La pericolosità del digestato per l’ambiente e gli odori che può generare fanno sì che la legge regionale preveda precisi termini e modalità per la sua gestione. Sono rispettati? Per il Codice penale gli odori molesti possono configurare il reato di getto pericoloso di cose. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in assenza di norme che stabiliscano dei valori soglia, si applica il criterio della ‘stretta tollerabilità’ quale parametro di legalità dell’emissione, per cui il giudizio sulla loro tollerabilità ben può basarsi su dichiarazioni testimoniali come quelle di numerose persone che abitano nella zona interessata”.
“Anche un vigile urbano o un carabiniere può valutarne la tollerabilità con il suo naso. Ecco perché invitiamo ancora una volta il Comune (che per legge è responsabile della gestione agronomica dei terreni) e i Carabinieri Forestali a effettuare i necessari controlli sulle attività che generano tali odori a Grosseto, per porre fine al disagio denunciato da tempo e con continuità dai cittadini grossetani – termina la nota -. Come sancito dalla nostra Costituzione, gli interessi privati di pochi imprenditori non devono essere anteposti all’interesse collettivo dei cittadini in merito alla qualità della vita, la salute e l’ambiente. L’amministrazione comunale di Grosseto sta dalla parte dei cittadini?”.