Martedì 23 agosto si saprà se le acque del lungomare di ponente, a Castiglione della Pescaia, torneranno ad essere idonee alla balneazione dopo che l’Arpat avrà eseguito nuovamente le analisi domani mattina, lunedì 22 agosto.
Una serie di situazioni causate sicuramente dalle bombe d’acqua che si sono abbattute a partire dalla tarda mattina di giovedì 18 agosto, quando è arrivata al Comune, ad Arpat e all’Acquedotto del Fiora una comunicazione da parte della Capitaneria di porto dove si segnalava un presunto sversamento verso il mare del “Fosso Capezzolo”, chiedendo l’emissione di un’ordinanza cautelativa che prevedesse il divieto di balneazione nel tratto denominato, dalla classificazione Arpat, come “Castiglione lungomare di ponente” e che nelle carte viene identificato nella zona compresa tra la fine del lungomare di via Roma e lo stabilimento balneare “La Valletta”.
Gli uffici dell’amministrazione costiera hanno immediatamente attivato le proprie maestranze e l’Acquedotto del Fiora per controllare il funzionamento della fognatura presente in quella zona, senza riscontrate anomalie e allo stesso tempo facendo ripulire quel tratto di arenile.
La segnalazione pervenuta dalla Capitaneria per la presenza di sospette acque reflue di dubbia provenienza ha indotto il Comune ad emettere nella giornata di venerdì 19 agosto un’ordinanza cautelativa per la tutela della salute pubblica nell’area sopra citata. Durante la stessa giornata, Arpat ha eseguito i prelievi in quella zona, evidenziando la necessità di estendere tali campionamenti anche verso la foce del Bruna, vista la copiosa quantità di acqua che fuoriusciva dal fosso Capezzolo.
I risultati sfavorevoli delle analisi di entrambe le zone di prelievo, che hanno dichiarato le acque non idonee alla balneazione, sono giunti alla Pec del Comune nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 20 agosto, preceduti da una comunicazione telefonica di Arpat ricevuta dalla sindaca, che ha immediatamente informato il responsabile dei “bagnini” affinché divulgasse la notizia tra i bagnanti.
L’amministrazione comunale ha successivamente emesso l’ordinanza di interdizione alla balneazione non solo per la zona intorno all’area del fosso Capezzolo, ma anche per tutto il lungomare di ponente, trasmettendola agli enti interessati e alle associazioni che gestiscono il salvamento affinché si attivassero ad evitare l’ingresso in mare.
La presenza di un numero eccessivo di questi batteri potrebbe essersi verificato a causa di una situazione legata all’enorme siccità di questo ultimo anno, che ha visto l’accumulo nei fossi di ogni tipo di materiale, anche organico, che il recente nubifragio ha trascinato in mare.
2 commenti
Forse se l’ordinanza era stata affissa in modo un po più visibile peggio non era.
Saluti
È vergognoso che gli stabilimenti balneari non abbiano avvisato i clienti . Neppure un cartello e tutto come niente fosse . Sono i ragazzi delle torrette che avvertono e vengono pure trattati male .
È scandaloso con quanto costa un ombrellone a valletta ,950 euro mensili ,non tutelino la salute dei propri clienti pur di battere cassa ! Sottacere un fatto così grave è gravissimo e porta a gravi conseguenze di salute e per i bambini può essere mortale . Come medico sono allibita per L omertà di questo fatto e di non aver dato voce a titolo preventivo pur di riscuotere e battere cassa fra ombrelloni a prezzo d oro e multe alle macchine che potrebbero servire a regolamentare il sistema fognario . Vergogna!