Home GrossetoAttualità Grosseto Muore storico preside dell’Istituto agrario: il cordoglio della Diocesi

Muore storico preside dell’Istituto agrario: il cordoglio della Diocesi

di Redazione
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È deceduto questa mattina, nella sua abitazione, con il conforto dei sacramenti, il professor Vincenzo Gentili, storico preside dell’Istituto agrario di Grosseto. Aveva 96 anni e dal 2018 era vedovo della moglie Annamaria, anch’essa insegnante.

Originario di Bagnoregio (Viterbo), era giunto in Maremma negli anni ’60 per motivi professionali. Qui la sua famiglia si è inserita in modo profondo nel tessuto sociale di Grosseto. Quattro figli maschi, tutti con ruoli di responsabilità: Claudio, formatosi nello scoutismo, è professore associato all’Università di Padova. Dirige la rivista di studi e documentazione sulla Dottrina sociale della Chiesa “La Società” dell’Istituto Toniolo di Verona. Con la moglie Laura Viscardi ha fondato il Centro Betania; Angelo, responsabile di Festambiente; Francesco, esperto di comunicazione e marketing nonché membro del cda di Banca Tema; Paolo, sacerdote, attuale vicario generale della diocesi di Grosseto e per oltre 10 anni responsabile della pastorale familiare della Chiesa Italiana.

A nome di tutta la Diocesi esprimo a don Paolo e ai suoi fratelli, cognate e nipoti, la vicinanza nella preghiera in questo momento di distacco dal babbo Vincenzo, la cui popolarità in ambito scolastico e non solo ne diceva la levatura e lo spessore”, dice il vescovo Giovanni.

Di seguito alcuni estratti dell’intervista che il professor Simone Giusti ha fatto al preside Gentili il 12 ottobre 2019.

Nato a Bagnoregio il 30 maggio 1925, dopo essersi diplomato all’Istituto agrario del suo paese. Vincenzo prosegue gli studi all’Università di Perugia e poi a Portici, sede della facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli. Si sposa nel 1954 e intanto inizia a lavorare come direttore della scuola di avviamento professionale di Ripi, in provincia di Frosinone.

La sua carriera di insegnante inizia all’Istituto agrario di Firenze e dopo essere stato preside dell’Istituto professionale per l’agricoltura di Firenze, prosegue a Grosseto, dove arriva nel 1969, a tre anni di distanza dall’alluvione che ha devastato la città e distrutto anche l’azienda agraria dell’Istituto tecnico agrario.

La Grosseto del dopoguerra, che gli scrittori Carlo Cassola e Luciano Bianciardi avevano paragonato a Kansas City, la città «aperta al vento e ai forestieri», ha raggiunto i sessantamila abitanti. La sede della scuola è in piazza de Maria, mentre la nuova azienda, inaugurata nel 1968, è a Macchiascandona, nel comune di Castiglione della Pescaia, tra il fiume Bruna e le pendici della collina di Poggio Ballone: 69 ettari, di cui 12 di pescheto 6 di vigneto. «Era una bella azienda, ma con poche strutture», afferma con sicurezza oggi il preside Gentili, che all’epoca è docente di scienze, patologia e entomologia, e contemporaneamente collabora con l’azienda chimica Basf Agritalia, di cui è consulente.

Nel 1972 la scuola si trasferisce alla neonata Cittadella dello Studente, destinata dall’amministrazione provinciale a ospitare scuole e impianti sportivi. Il nuovo edificio è composto da 10 aule, 6 laboratori e la palestra. Dopo il 1975, in seguito all’esplosione di iscritti, una parte degli studenti trova ospitalità nei locali della Provincia in via Pietro Micca e la scuola viene ampliata, raggiungendo le dimensioni attuali. Dopo una breve esperienza in qualità di preside dell’Istituto professionale, Vincenzo Gentili torna all’Istituto tecnico agrario nel 1978-79, che in quell’anno conta 716 iscritti. Il nuovo preside ha davanti a sé un lavoro ultradecennale, che dovrà adeguare la scuola ai criteri della moderna agronomia, in costante dialogo con il territorio e con l’università. Nel 1982 viene realizzata una serra climatizzata, due anni dopo è inaugurata la cantina dell’azienda di Macchiascandona, dove si sperimenta anche la floricoltura, con la coltivazione di rosa, gladiolo e garofano.

Così ricordava quegli anni lo stesso preside Gentili: «Io l’ho sempre vista come una scuola importante per questo territorio, la cui economia era basata sull’agricoltura. Per questo gli alunni si iscrivevano, per trovare lavoro e per dare un contributo alla crescita delle loro aziende di famiglia, ed era importante che trovassero una risposta adeguata».

La costruzione di infrastrutture, la formazione continua, lo sviluppo di attività internazionali e di rapporti con le università sono gli strumenti necessari alla costruzione di una scuola di agraria funzionale allo sviluppo della comunità locale. «Per i soldi si facevano i salti mortali – ricorda senza amarezza e con orgoglio il preside –, visto che il Ministero non ha mai dato un soldo. I finanziamenti venivano dall’amministrazione provinciale e dalla Regione, che a un certo punto cominciarono a vedere il ruolo fondamentale dei periti agrari per questo territorio».

Nel 1989, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della scuola, per sua ferma volontà, l’istituto viene intitolato a Leopoldo II di Lorena, l’ultimo granduca regnante in Toscana, che nella bonifica e nello sviluppo della pianura grossetana e dell’intera area tirrenica meridionale della regione ha investito enormi capitali pubblici e privati. L’obiettivo del presidente Gentili – sono sue parole, pronunciate in occasione di un incontro dello scorso anno – «era dotare questa provincia di persone, di tecnici preparati». Aveva detto proprio così: prima «persone» e poi «tecnici», come se avesse voluto ricordarci la necessità di tenere insieme, nel nostro lavoro scolastico, l’educazione e l’istruzione, lo sviluppo personale e il progresso della tecnica, il rapporto inscindibile tra l’individuo e la sua comunità.

Il feretro è all’obitorio dell’ospedale Misericordia di Grosseto.

Le esequie saranno celebrate mercoledì 18 agosto alle 10.30 nella chiesa di Madre Teresa, in via Stati Uniti 100, a Grosseto.

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