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Emergenza Covid, Laganga: “Abbiamo paura del futuro”

di Redazione
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“Buona Pasqua! Anche se…fare gli auguri per una serena e buona Pasqua…a credenti o meno è d’obbligo. Scontato? Forse … e senza mancare di rispetto a nessuno”.

A dichiararlo, in una lettera aperta, è il macellaio e blogger grossetano Andrea Laganga.

“Ma, nonostante il periodo che ci apprestiamo a celebrare, per il secondo anno in modo insolito a causa della pandemia, nonostante il messaggio di rinascita, di speranza e fede, per chi fede ha, non riesco a non pensare al momento contingente che va ben oltre la celebrazione religiosa, per cui mi accingo a scrivere queste righe andando oltre al momento solenne. Non vorrei risultare blasfemo, lungi da me…ma stavolta non ce la faccio proprio a rimanere indifferente – spiega Laganga -. Facendovi tutti i miei più cari, sinceri e sentiti auguri per una serena e felice Pasqua, a voi e ai vostri cari, vicino a chi invece ha sofferto e sta soffrendo, voglio esternare tutta la mia preoccupazione“.

“Paura del futuro – continua la lettera -. Nonostante gli sforzi, la rabbia di sottofondo c’è e stavolta non riusciamo a negarla. Non è più soltanto paura e incertezza quella che accampa tutto intorno a noi. E non è certo un vacillare della fede, per i credenti: ci mancherebbe! Ma nonostante tutto e gli sforzi di tutti, perché in un modo o in un altro la quotidianità e gli appuntamenti fondamentali delle nostre vite possano procedere, non possiamo negare di non sentirsi più affatto sicuri, tutelati e non vedere un futuro chiaro e certo davanti a noi: come persone, come famiglie, come lavoratori di ogni età, ordine e grado. Rispetto a molte altre categorie noi macellai siamo fortunati nel lavoro: non abbiamo avuto ‘fermi’ e, anche se gli adeguamenti dei protocolli e le nuove realtà hanno messo a dura prova pure noi e i nostri mercati, ci possiamo comunque ritenere fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di poter continuare a svolgere il nostro lavoro”.

Dura non mollare – sottolinea Laganga -. Vero in generale, ma ciò non vuol dire che tutto sia andato e vada bene per tutti noi ‘butcher’. Anche alcuni di noi non ce l’hanno fatta e siamo vicini a coloro della nostra categoria che hanno dovuto chiudere con onestà e coscienza a colpa della bestia del Covid. E sono tanti, nonostante tutto, gli amici e i colleghi si trovano in questa triste condizione. Un pensiero va a loro e alla necessità di sentirsi tutelati e al vuoto che campeggia intorno: nessuno che ci tuteli, che ci difenda e faccia sentire la nostra voce di macellai. Purtroppo la nostra sembra una voce flebile, spesso soffocata, o del tutto mancante a difesa della categoria tutta e che ci rassicuri con soluzioni tempestive, efficaci e rincuoranti. Ma un pensiero va anche a tutti voi, clienti e lettori, e alle altre categorie nelle cui filiere campeggiamo. Sì perché spesso non siamo solo in contatto con i nostri, voi, clienti, ma con i nostri fornitori: i produttori, gli allevatori, i trasportatori, i professionisti che ci forniscono gli strumenti, la formazione, coloro con cui collaboriamo, i ristoratori, gli chef, i giovani che si stanno preparando al lavoro… collaboratori e filiera del food”.

“Lo scorso anno eravamo spaventati e speranzosi – prosegue la lettera -. Ora, che conosciamo meglio il ‘nemico’ siamo purtroppo disillusi, stanchi e molto amareggiati. E nonostante tutto ciò, apprestandosi ad uno dei momenti più significativi dell’anno, continuiamo a leggere di proteste anche sulle scelte dei menù da portare sulle nostre tavole come a spostare l’attenzione della rabbia e di ogni sfogo su qualcosa che ha origini antiche e significati particolari. Rispettando gli altri, fedi religiose e gusti o modi di vivere che siano! Ma non si tratta solo di scegliere se portare sulla tavola agnello o altro, non si tratta solo di stili di vita e scelte culinarie: non riesco quest’anno a non pensare che, dietro la tradizione, agli insegnamenti preziosi e al rispetto delle proprie fedi, ci sia altro. È doveroso festeggiare e celebrare, ognuno per come può in base a quanto ci viene imposto per il nostro bene… ma forse, il nostro bene, è anche qualcos’altro. E io, pur ritenendomi fortunato e ringraziando per questo a modo mio, sforzandomi e cercando sempre di rimanere ‘positivo, !!!, questa volta proprio non ci riesco”.

“Ho nel cuore la mia famiglia e la mia attività… ma anche tutti gli amici e i colleghi, i clienti, collaboratori e fornitori che ringrazio ogni giorno, a cui mando il mio augurio con la speranza che questa Santa Pasqua ci aiuti e ci ridoni almeno un po’ di speranza e di futuro – termina Laganga -. Buona Pasqua, assolutamente, anche se … un butcher amareggiato ma sempre a disposizione“.

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