“Pensavo ad un Paese senza discriminazioni, con spazi urbani, parchi, luoghi pubblici, eventi culturali accessibili a tutti in quanto patrimonio umano, a supermercati con soluzioni e percorsi per le persone disabili, con cartelli leggibili da ipovedenti e dislessici, con la musica e le luci soft adatte alle persone con sindromi dello spettro autistico, dotati di personale formato“.
A dichiararlo, in un comunicato, è Luciana Pericci, coordinatrice della Consulta per la disabilità del Comune Grosseto, che interviene in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.
“Un Paese con alti livelli assistenziali, efficiente assistenza territoriale e domiciliare; ospedali con camere, letti, strumenti flessibili e adattabili alle varie fisicità, pensavo ad una normalità nella disabilità, marciapiedi sicuri, integri e liberi da ostacoli, senza parcheggi selvaggi; penso ad un desiner for all nei vari settori. Pensavo a comunicazioni interattive, ad un senso civico, con consapevolezza collettiva, senza atti di indifferenza, abilismo, bullismo o abusi, senza abbandoni – continua la nota -. Mi sono svegliata nel grigiore di un mattino di primo inverno. Quel grigiore si è esteso sulla constatazione dello stato in essere della dimensione disabilità. Grigiore accentuato ed esasperato nella pandemia: servizi sospesi o ridotti drasticamente, didattica a distanza carente nel modo e nel metodo per i ragazzi con gravi disabilità, o in classe senza gruppo di riferimento. Familiari lasciati soli, alle prese di aumentati stati di ansia, insofferenza, aggressività in soggetti che non possono elaborare la frustazione di un divieto, di un cambiamento della routine”.
“L’isolamento, necessario, è deleterio per soggetti fragili, con criticità pregresse: si pensi ai ciecosordi, per i quali il contatto è vitale – prosegue il comunicato -. Non vanno dimenticati i diritti umani. in Svizzera, in Canada, in America, hanno stilato protocolli definenti, nel caso di una saturazione dei posti in rianimazione, le priorità nella valutazione dello stato personale: esclusi soggetti oncologici, cardiopatici gravi, affetti da Sla, e, comunque, con limitate aspettative di vita. Valutazioni evocative di storici, tragici momenti. Prima della pandemia solo il 30% delle persone disabili lavorava: il futuro, considerati gli effetti delle disposizioni anticontagio, sulle attività produttive e la relativa crisi economica, non lascia certo a rosei presagi. Questo stato ha incentivato le strategie di comunicazione digitale, la scienza, la ricerca. Dopo anni di lotte dal primo novembre sono stati raddoppiati gli importi degli emolumenti relativi alla pensione per i disabili totali, privi di altri redditi. Il Viminale, in assenza di mascherine trasparenti certificate, ha emanato una circolare disponendo la possibilità per i sordi di abbassare la mascherina per consentire la lettura labiale“.
“Dopo anni di leggi a tutela e consapevolezze auspicate e ancor poco acquisite e praticate, speriamo che questa pandemia sia un moderno Medioevo, germinativo e precursore di un nuovo Rinascimento – termina la nota -. Il prossimo Natale, sotto rigore, sia vissuto nella sua vera, intimistica accezione di fede e di valori, dal quale attingere ritrovata forza etico sociale“.