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Papa Francesco scalda i cuori di Nomadelfia: bagno di folla per il Pontefice

di Roberto Lottini
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Una visita breve, ma carica di significato. Un incontro toccante, commovente, ma allo stesso tempo pieno di energia e di affetto, con una comunità che fa del Vangelo il proprio stile di vita.

Papa Francesco è arrivato a Nomadelfia in elicottero in perfetto orario secondo il programma previsto, alle 8.04. Il suo pellegrinaggio è in ricordo di don Zeno, il profetico sacerdote per il quale oggi è in corso il processo di beatificazione. Al suo arrivo il Papa è stato accolto da monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, da don Ferdinando Neri, successore di Don Zeno, e da Francesco Matterazzo, presidente della comunità.

All’ingresso nel cimitero di Nomadelfia, papa Francesco, dopo aver ascoltato la registrazione di un brano del testamento di don Zeno, si è raccolto in preghiera sulla sua tomba e vi ha deposto una pietra con il proprio nome, che si aggiunge alle pietre lasciate dagli abitanti di Nomadelfia.

Dio ha bisogno degli uomini“. Questa affermazione pronunciata dalla voce di don Zeno Saltini, attraverso la la registrazione di un brano del suo testamento spirituale, ha accolto papa Francesco al cimitero della comunità di Nomadelfia, dove ha reso omaggio anche alla tomba di Irene, la prima “mamma di vocazione”, cioè una delle donne che rinunciando a sposarsi si offrì di essere mamma per i ragazzi abbandonati dei quali don Zeno iniziava a prendersi cura nel dopoguerra, creando una prima comunità nell’ex campo di concentramento di Fossoli, poi trasferita qui in Maremma.

Il Papa ha pregato anche davanti alla tomba di una neonata, la più piccola dei “nomadelfi”.

Francesco ha poi raggiunto in papamobile il “Poggetto“, un gruppo di case-famiglia, dove vivono anche coppie di sposi che ugualmente fanno da genitori a bambini soli. Qui ha incontrato il nucleo familiare, visitato la casa centrale e la cappellina.

Intorno alle 8.40 papa Francesco ha raggiunto la sala “Don Zeno” per l’incontro con la comunità di Nomadelfia.

Sono venuto qui tra voi nel ricordo di don Zeno Saltini e per esprimere il mio incoraggiamento alla vostra comunità da lui fondata“. Così papa Francesco ha aperto il suo discorso durante l’incontro con la comunità di Nomadelfia, che ha definito “una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella“.

La legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli“. Così il Papa alla comunità di Nomadelfia, citando il passo degli Atti in cui si parla dei credenti che “avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune“. “Vi esorto a continuare questo stile di vita – ha proseguito -, mediante la vostra limpida testimonianza cristiana“.

Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio – ha detto Francesco, don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore“. Pertanto, “seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede“. Così a Nomadelfia “in risposta a una speciale vocazione del Signore, si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela“.

Qui, ha concluso papa Francesco, “viene attuata una consanguineità con Gesù, propria di chi è rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo e secondo le parole del divino Maestro: Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre“.

“Voglio sottolineare anche un altro segno profetico e di grande umanità di Nomadelfia: si tratta dell’attenzione amorevole verso gli anziani che, anche quando non godono di buona salute, restano in famiglia e sono sostenuti dai fratelli e dalle sorelle di tutta la comunità – ha sottolineato il papa -. Continuate su questa strada, incarnando il modello dell’amore fraterno“.

Vi ringrazio tanto per il calore e il clima di famiglia con cui mi avete accolto – ha ringraziato ancora il Pontefice. È stato un incontro breve, ma carico di significato e di emozione; lo porterò con me, specialmente nella preghiera. Porterò i vostri volti: i volti di una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo“.

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