Lo scenario post-elettorale richiede un punto di equilibrio tra le maggiori forze politiche per la composizione dell’esecutivo. Sul tavolo molte ipotesi e nessuna certezza: dalla ventilata intesa tra Lega e Movimento 5 stelle, con l’esclusione di Forza Italia, prospettiva ricusata dal leader del Carroccio Matteo Salvini, all’appoggio dei deputati Pd a un governo a trazione pentastellata. Tante le materie che richiedono chiarimenti da Palazzo Chigi, come la questione del gioco d’azzardo: quali decisioni assumerà il nuovo Consiglio dei Ministri?
La lotta al gioco d’azzardo fa parte del programma stilato dal M5S. Sulla piattaforma Rousseau, la base del Movimento ha espresso la necessità di porre “divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni”, “divieto di finanziamento alla politica”, “abolizione dei concessionari”.
A conferma della linea di intervento “anti-gioco”, c’è la proposta di Legge, a prima firma Matteo Mantero, elaborata nel 2017 dal M5S relativa a nuovi strumenti di contrasto all’azzardo forniti ai Comuni. Una battaglia, quella contro il gioco d’azzardo, combattuta anche nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna: i grillini hanno sostenuto l’iniziativa “Slot freE-R”, pertinente i commercianti che rinunciano all’installazione di slot machine nei propri negozi.
Una posizione, sulla carta, non distante da quella del segretario della Lega Matteo Salvini, che, sul suo profilo Facebook, scrive: “Gioco d’azzardo e slot machine? In tutti i Comuni dove la Lega è presente, saranno subito depositate Mozioni anti-gioco. In tutte le Regioni dove la Lega è presente, e dove già non sono in vigore, saranno presentate Leggi anti-gioco”.
Parole contrastanti con quanto realizzato dai Governi Berlusconi, di cui la Lega faceva parte, tra il 2003 e il 2009. Anni in cui è stato registrato il boom delle slot machines e dei gratta e vinci, senza contare l’introduzione di VLT e casinò online (anno 2009). Comparto online che costituisce tutt’oggi una delle nicchie di maggiore successo nel mondo delle scommesse, pensiamo alla centralità acquisita dalle proposte di intrattenimento mobile, come ad esempio quella presentata da LeoVegas.
All’insegna del compromesso la posizione del Partito Democratico: che se da una parte propone la “riduzione delle slot” e la “introduzione di divieti pubblicitari”, come dichiarato dal segretario Matteo Renzi, dall’altra, nella legge di stabilità approvata in Commissione Finanze nel dicembre 2017, ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 la possibilità di fornire nulla osta per nuove slot.
Difficile prevedere, da parte del nuovo Governo, un inequivocabile progetto d’azione politica sul gioco d’azzardo. Gli equilibri politici complessivi potrebbero comunque condurre a cedimenti l’intransigenza esibita da Lega e M5S.